I fratelli Nirta condannati a 15 anni e quattro mesi di reclusione

Si è concluso con dure condanne il processo di primo grado, che si è svolto con rito abbreviato a Torino, in cui erano imputate cinque persone accusate di traffico di stupefacenti. L’inchiesta era nata da un'inchiesta dei carabinieri del Ros
Domenico Nirta
Cronaca

Si è concluso con dure condanne il processo di primo grado, che si è  svolto con rito abbreviato a Torino, in cui erano imputate sei persone  accusate di traffico di stupefacenti. L’inchiesta era nata da un’inchiesta dei  carabinieri del Ros sulla diramazione valdostana della cosca calabrese dei
Nirta.

Ai fratelli Domenico e Giuseppe Nirta, il primo residente in Colombia e il  secondo a Quart, i giudici hanno inflitto la pena più elevata: 15 anni e quattro mesi di reclusione.
Franco e Roberto Di Donato, residenti a Quart e Aosta, nipoti dei Nirta, sono  stati condannati rispettivamente a otto e sei anni di reclusione, Pietro  Tirasso, di Genova, a cinque anni. Per Domenico Raffa, di, 34 anni, di Aosta,  corriere del gruppo, la  pena èdi dodici mesi in continuazione con una sentenza  precedente a quattro anni.

Il pm torinese aveva chiesto: 18 anni e otto mesi per i fratelli Giuseppe e  Domenico Nirta, e 14 anni per i nipoti di  questi ultimi Franco e Roberto Di Donato.
Per Raffa il magistrato ha chiesto 9  anni e quattro mesi di reclusione.  Dieci anni era la richiesta per Pietro Tirasso.

L’indagine era iniziata nel 2007. L’operazione è coordinata dalla Direzione  distrettuale antimafia, ed è stata condotta dai carabinieri del Ros. Il  provvedimento di fermo dei Nirta e dei Di Donato, eseguito l’11 giugno dello  scorso anno, era scaturito dalle indagini avviate dal Ros all’inizio del 2007,  sotto la direzione della Procura Distrettuale di Torino, nei confronti della  diramazione valdostana della cosca Nirta, coinvolta nella faida di San Luca, nella locride.

La cocaina, proveniente dalla Colombia, arrivava in Italia tramite la Spagna e  l’Olanda. “Stiamo cercando una casa di 1.200 metri quadrati a 25 euro al metro  quadrato”.
Era il messaggio in codice per avanzare la richiesta di 1.200  chilogrammi di cocaina a 25.000 euro al chilo da parte dell’organizzazione  malavitosa.

Cervello del gruppo, sempre secondo quanto riferito dai militari, era Domenico Nirta, mentre il fratello Giuseppe e i fratelli Di Donato avevano  compiti di intermediari e gestivano i vari passaggi del traffico, anche con  viaggi in Spagna e Olanda.
I legali hanno già annunciato ricorso in appello.

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