Il Comune di Aosta deve risarcire il maestro Rocco Papalia, direttore della banda municipale cittadina. Lo ha stabilito oggi, giovedì 28 aprile, il giudice del lavoro Eugenio Gramola, che ha condannato l’Amministrazione cittadina a versare al professionista dodici mensilità dell’ultima retribuzione di fatto, oltre all’ultima mensilità del periodo di servizio non ancora corrisposta (giugno 2013). Al Comune verrà presentato inoltre il conto delle spese legali relative a questo grado di giudizio e a quello dinanzi alla Corte europea di giustizia.
La causa di lavoro intentata dal maestro Papalia, patrocinata dall’avvocato Federico Mavilla per la FP-CGIL, è infatti complessa nel suo sviluppo ed inizia nel 2012. Il Direttore era stato assunto, dal 1983, con contratti a tempo determinato ed era proprio contro l’illegittimità del ricorso alla reiterazione di questo strumento, che il ricorso mirava. Il giudice del lavoro aveva accolto il principio, condannando il Comune a pagare 108.121 euro a Papalia, di cui 68.870 a titolo di risarcimento danni e 39.251 quali differenziali retributivi dalla data di assunzione del primo contratto determinato ritenuto illegittimo.
Il Comune decide di impugnare quella sentenza (ed otterrà poi il ribaltamento della decisione, nel processo di secondo grado), ma nel frattempo fa lavorare Papalia per sei mesi senza contratto (da gennaio a giugno 2013). Tanto basta per una seconda causa, in apertura della quale la difesa del Maestro decide di sollevare la questione pregiudiziale davanti alla Corte di Giustizia europea. Il giudice Gramola accoglie la richiesta e sospende il procedimento, in attesa del pronunciamento dei magistrati di Lussemburgo.
Questo arriva a gennaio 2014, con un’ordinanza che stravolge la giurisprudenza italiana sui precari e riapre le speranze di centinaia di migliaia di lavoratori saltuari del comparto pubblico nel nostro Paese. In sostanza, a seguito della discussione del ricorso Papalia, la corte giudica le "Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche" (contenute nel decreto legislativo n. 165 del 30 marzo 2001) inadeguate a prevenire gli abusi nella successione dei contratti a termine nel pubblico impiego.
Forte di quel pronunciamento, e di una sentenza emanata nel frattempo dalle sezioni unite sull’entità dei risarcimenti nelle cause di lavoro, l’avvocato Mavilla riassume la causa davanti al Giudice del lavoro e si arriva così all’udienza di oggi, con l’epilogo sfavorevole per il Comune, rappresentato stamattina dall’avvocato Lorenzo Sommo.