Restano in vigore le sanzioni, per un totale di 120mila euro, inflitte dal Garante della privacy alla Regione Autonoma Valle d’Aosta per aver violato il Codice in materia di protezione dei dati personali. Lo ha stabilito oggi, giovedì 3 maggio, il giudice del Tribunale di Aosta Anna Bonfilio, respingendo l’opposizione presentata dall’amministrazione regionale ai due provvedimenti ingiuntivi, risalenti allo scorso anno e relativi ad episodi diversi.
Nel primo caso, l’autorità di garanzia era intervenuta rilevando come in un atto del 2013, pubblicato sul sito web istituzionale di piazza Deffeyes, fossero “riportate valutazioni sulla professionalità e sul contegno” di un dipendente, identificato con nome e cognome, e informazioni in ordine al trasferimento dello stesso per “accertata incompatibilità ambientale”. Il Garante era stato attivato dal diretto interessato, che aveva chiesto la cancellazione dei propri dati personali.
L’ente aveva quindi proceduto alla rimozione della delibera, ma si era visto recapitare una prima sanzione da 20mila euro, per aver “effettuato una diffusione di dati personali oltre i termini previsti dalla legge”, relativamente ai contenuti del provvedimento presente sul web, “in quanto i medesimi sono rimasti consultabili oltre l’arco temporale previsto dalla disciplina di settore, concernente la pubblicità degli atti sull’albo notiziario”.
In seguito, il Garante aveva segnalato altri documenti in contrasto con la normativa sulla privacy, ricevendo dall’amministrazione una risposta che affermava la legittimità della pubblicazione dei provvedimenti sul sito Internet, effettuata – secondo l’ente – in osservanza della legislazione nazionale e regionale. La tesi non era stata però accolta dall’autorità di garanzia che, nel novembre 2017, aveva emesso una nuova ordinanza di ingiunzione, con ulteriore sanzione amministrativa a carico della Regione di 100mila euro, “per non aver dato corso alle prescrizioni impartite”.
L’opposizione dinanzi al Tribunale di Aosta era stata decisa dalla Giunta regionale, affidando l’incarico di difendere le prerogative dell'ente al legale Andrea Lisi, del foro di Lecce. Per il Garante, si era costituita nel procedimento l’Avvocatura dello Stato.
