Il tunisino ferito da un colpo d’arma da fuoco è stato visitato dal primo perito

Il dott. Viglino dovrà chiarire la dinamica dell'incidente. Ha il compito di spiegare la traiettoria del proiettile, e per fare questo, ha detto, ci vorrà circa un mese e mezzo. Un secondo perito è incaricato di una consulenza balistica.
Il luogo della sparatoria
Cronaca

Il medico legale Francesco Viglino, ieri, lunedì 6 ottobre, ha visitato Chokri Ben Rejeb, 25 anni di Aosta, agli arresti all'ospedale regionale Umberto Parini, dov'è ricoverato dal 19 settembre, quando è stato ferito da un colpo di pistola durante un'operazione anti-droga. Il medico legale, nominato dal pm Luca Ceccanti, dovrà chiarire la dinamica dell'incidente. Ha il compito di spiegare la traiettoria del proiettile, e per fare questo ci vorrà circa un mese e mezzo. Un secondo perito è incaricato di una consulenza balistica.

"Abbiamo tratto le prime deduzioni dall'esame del paziente – ha detto Viglino – ma per i risultati ci vorrà ancora un mese e mezzo. In particolare sono ancora da stabilire le traiettorie del colpo di pistola".

Intanto, ci sono numerose incongruenze nelle dichiarazioni rilasciate ai magistrati dal tunisino, trovato in possesso di circa quattrocento grammi di hashish, e quelle rilasciate dall'ispettore capo di polizia, Francesco Cirri, che ha sparato accidentalmente il colpo. Il poliziotto ha dichiarato che il giovane tunisino avrebbe cercato di fuggire, investendolo con l'auto, e il colpo sarebbe partito in maniera del tutto accidentale. Il tunisino ha detto di non essersi mai mosso, di aver visto due agenti arrivare armati, poi avrebbero cercato di rompere il finestrino dell'auto. Poi il colpo di pistola che lo ha colpito alla spalla sinistra, andando a conficcarsi nel costato.

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