Due arresti in meno di ventiquattr’ore. È il (triste) primato inanellato da un ventiseienne di origini tunisine, residente in Olanda. Il ragazzo, nella giornata di ieri, lunedì 16 dicembre, è finito in manette per ben due volte, da parte di diverse forze dell’ordine, collezionando altrettanti processi per direttissima. Legati all’immigrazione, e ad un tentato furto, i motivi dei fermi.
Andiamo, però, con ordine. La prima volta l’uomo viene controllato mentre proviene dalla Francia, al tunnel del Monte Bianco, domenica notte. Emerge, a suo carico, un ordine di espulsione dall’Italia, emesso nel 2017 (eseguito, peraltro, mettendolo su un volo di linea a Roma Fiumicino). In quel frangente, gli agenti della polizia di frontiera mettono a fuoco anche un “curriculum” con precedenti per furto, spaccio e maltrattamenti.
A quel punto, per la mancata osservazione del provvedimento di espulsione dall’Italia lo arrestano. Condotto in Tribunale, ad Aosta, lunedì mattina, per il giudizio “direttissimo”, si vede infliggere otto mesi dal giudice monocratico (con il quale si giustifica raccontando che l’obiettivo del ritorno era stare vicino alla madre malata). Verso sera, però, ricompare al terminal bus di Courmayeur, dove sta per prendere un mezzo per Milano.
In quel momento, tenta di rubare il portafoglio ad una turista cinese, che inizia ad urlare e lo mette in fuga, oltre a chiamare il 112. Lui, scappando, getta la refurtiva, ma i Carabinieri della Compagnia di Aosta, intervenuti, lo trovano e, nella notte, lo arrestano. Recuperato, il portafoglio è stato restituito alla donna. La nuova udienza a suo carico si è tenuta all’inizio del pomeriggio odierno e si è conclusa con la condanna a tre anni di reclusione (oltre al furto era contestata anche la minaccia a pubblico ufficiale). Il giudice ha altresì disposto la custodia cautelare in carcere dell’uomo. Ad occuparsi di entrambi i procedimenti, il pm in turno Eugenia Menichetti.