“Imparate a vivere fraternamente come loro”, Valtournenche dice addio a Marco e Matteo Giovannini

Centinaia di persone erano presenti al funerale dei due giovani fratelli, morti giovedì scorso in un frontale sulla regionale 46. "Siete ancora una famiglia splendida e avete ancora tanto da dare con le vostre vite", le parole di don Riva ai genitori.
La folla di fronte alla chiesa di Breuil Cervinia
Cronaca

"Una sofferenza che scava nell'anima e mette radici per sempre", Carla Giovannini descrive così le sue sensazioni in alcune parole scritte di suo pugno e lasciate leggere a fine funerale dall'amica Stefania Barmasse, in piedi al suo fianco. Questa mattina parenti, amici e conoscenti si sono uniti nella chiesa Maria Regina Vallis Augustanae di Breuil Cervinia, Valtournenche, per dare l'ultimo saluto a Marco e Matteo Giovannini.

I due fratelli, rispettivamente di 18 e 16 anni, sono morti giovedì scorso, alle 7:30 circa, mentre scendevano con l'auto sulla regionale 46 per andare a scuola. La macchina ha sbandato all'altezza di località Covalou di Antey-Saint-André, andando a sbattere in un frontale contro un camion frigo che saliva la vallata. L'incidente ha provocato anche il ferimento di padre e figlio torinesi nel camion e della diciottenne Carlotta Comé, che era in auto con i ragazzi, ancora ricoverata all'ospedale Parini di Aosta, con una prognosi di 90 giorni.

Ai funerali di oggi sono accorse centinaia di persone, tra compagni di scuola dell'Isitp di Verrès, frequentata da entrambi i fratelli, poi compaesani e abitanti della vallata, volontari del 118 e dei Vigili del fuoco, la scuola di sci di Cervinia e autorità comunali e regionali. C'erano anche molti agenti del Soccorso alpino della Guardia di finanza, assieme al comandante regionale Raffaele Ditroia, a sostenere il dolore del collega Massimiliano Giovannini, padre dei due ragazzi e comandante del Sagf di Cervinia.

Massimiliano e Carla Giovannini si trovano di fronte ad una delle prove più dolorose che possono accadere nell'esistenza umana, quella di sopravvivere ai propri figli. Soprattutto a loro si è rivolta l'omelia di don Flavio Riva, ex cappellano della Guardia di Finanza valdostana, ora a Bergamo, tornato in questi giorni per stare vicino alla coppia. "Siete ancora una famiglia splendida e avete ancora tanto da dare con le vostre vite", ha ricordato il prete ai due genitori, prima di scendere dall'altare e abbracciarli.

Molto provata la sindaca di Valtournenche Deborah Camaschella, che è stata insegnante dei due ragazzi alle elementari: "Insieme a Marco e Matteo è andato via un pezzo di futuro e niente e nessuno potrà alleviare il dolore di Massimiliano e Carla – ha detto – spero che la loro energia in vita vi dia la forza di sopravvivere".

Sulle bare dei fratelli, oltre ad un drappo firmato da amici, compagni e coscritti, era poggiata una loro foto dove Marco, il più grande, abbracciava Matteo. "Provo a pensare che questo abbraccio resti per l'eternità", ha scritto la madre Carla, che si è augurata per tutti i presenti di "imparare a vivere fraternamente sulle orme di Marco e Matteo".

Gli amici Gabriele e André hanno provato a restituire, assieme alle parole della madre, un ricordo dei ragazzi in vita. "Il sorriso sfacciato" di Marco, la sua passione per lo sci, per la chitarra e il desiderio di entrare nei Volontari del soccorso. "Lo sguardo che valeva più di mille parole e rassicurava chi stava male" e la passione per le moto di Matteo.

Fuori dalla chiesa, a cerimonia finita, gli amici hanno fatto volare due palloncini bianchi con firme e messaggi, mentre intorno al corteo volava in cerchio un elicottero del Soccorso alpino.

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