Si è tenuta quest’oggi, venerdì 18 aprile, l’udienza davanti ai giudici del riesame di Torino, per discutere l’istanza della revoca degli arresti domiciliari, presentata dall’avvocato Gianni Maria Saracco, difensore di Fabrizio Pilatone, 45 anni. L’ex segretario comunale di Challand-Saint-Anselme è accusato di concorso in corruzione assieme all’architetto di Valperga, Alessandro Savio. Per quest’ultimo, i giudici del tribunale della libertà hanno revocato i domiciliari, con l’obbligo di firma. Per Pilatone i togati si sono presi qualche giorno di tempo per decidere e con ogni probabilità si saprà qualcosa lunedì prossimo.
Dalle indagini della guardia di finanza, coordinate dal pm Luca Ceccanti, è emerso che l’architetto Savio avrebbe versato tangenti per circa 11 mila euro a Pilatone allo scopo di ottenere svariati incarichi fiduciari di progettazione e di consulenza. A tale scopo il professionista avrebbe “pressato” il segretario comunale che stabiliva l'entità della “mazzetta”. Pilatone il 6 marzo era stato messo agli arresti domiciliari, anche nell’ambito del primo filone dell’inchiesta Cheran, quello sulla turbativa d’asta. Savio, in quell’occasione, era stato denunciato a piede libero.