Per il trenino di Cogne, la procura della Corte dei Conti valdostana ha chiesto un maxi risarcimento, di quasi 15 milioni di euro, all'ingegnere Alberto Devoti, di 66 anni, di Aosta, in qualità di progettista e direttore dei lavori della tranvia Cogne-Pila.
Avviati nel 1985, i lavori per la realizzazione della tranvia Cogne-Eaux Froides-Plan Praz avevano l'obiettivo di unire le due località turistiche "attraverso una sicura interconnessione, mediante trasporti pubblici, di notevolissima importanza economica e turistica". Nel corso degli anni si sono succeduti interventi di vario genere finalizzati alla realizzazione della tranvia, per una spesa complessiva da parte della Regione di 29 milioni e 339.055,24 euro. Ma l'opera non ha mai funzionato.
Nell'atto di citazione a giudizio, l'udienza si terrà il 10 giugno prossimo, il
procuratore regionale Claudio Chiarenza spiega perché Devoti è responsabile.
''Per il rapporto di servizio del signor Devoti – si legge nell'atto – con la
Regione Autonoma Valle d'Aosta, nell'ambito del quale si è verificato il
comportamento causativo del danno. L'elemento soggettivo della colpa grave, perchè la condotta del predetto è stata caratterizzata da totale imperizia e grave
negligenza''. Non solo: ''il nesso di casualità tra la condotta del signor Devoti e
l'evento dannoso, poiché il danno subito dall'Amministrazione regionale è
conseguenza diretta della condotta del menzionato progettista/direttore dei
lavori''.
'Da quanto esposto – continua il procuratore nel suo atto di citazione – si evince
con evidenza il nesso di casualità tra la condotta gravemente dolosa del convenuto,
che contravvenendo ai propri obblighi di servizio, ha progettato e fatto realizzare
anche in difformita' con i contratti di appalto e di fornitura all'uopo stipulati,
un'opera pubblica, la tramvia intercomunale Cogne-Eaux Froides-Plan Praz, non
utilizzabile per lo scopo per la quale era stata programmata, con conseguente
qualificazione di danno delle ingenti risorse pubbliche in tale opere investite,
prive di una qualsiasi utilita', come si evince anche dall'obiettiva difficoltà, se
non impossibilità, di individuare un possibile utilizzo alternativo di tali opere
da parte dell'Amministrazione regionale''.
Il procuratore Chiarenza sottolinea come "alla causazione del danno hanno concorso
ulteriori condotte poste in essere dai diversi soggetti che hanno partecipato alla
complessiva attività di progettazione e realizzazione del servizio di trasporto,
nei confronti dei quali non appaiono sussistenti i presupposti per l'esercizio
dell'azione di responsabilità per la mancanza del requisito soggettivo della colpa
grave". Tra questi anche la Regione Valle d'Aosta per la quale "deve escludersi la
sussistenza del requisito della colpa grave nell'approvazione dei progetti".
Per cui, per un'opera iniziata nel lontano 1980 e per cui oggi si sta ripensando a
un riutilizzo, vi è solo il direttore dei lavori e progettista che dovrà rispondere davanti ai giudici di danno erariale.