La decisione della Corte di Appello di Torino su Lanièce, Caveri e Norbiato entro fine ottobre

Durante l'udienza, il sostituto procuratore generale, Gina Franco Burdino, ha chiesto alla Corte di accogliere il ricorso per quanto riguarda Carlo Norbiato, mentre ha chiesto che non venga accolto per Albert Lanièce e Luciano Caveri.
da sx Tamone, Bortoli, Palmas e Vietti
Cronaca

La Corte d’appello di Torino si è riservata novanta giorni di tempo, a partire dalla data di deposito dei ricorsi, avvenuto nel luglio scorso, per decidere  sulla presunta ineliggibilità in consiglio regionale di Luciano Caveri, Albert Lanièce e Carlo Norbiato. L’udienza si è svolta questa mattina, mercoledì 10 settembre a Torino. La sentenza dovrà essere quindi depositata entro fine ottobre anche se, secondo gli avvocati delle parti in causa, le sorti dei due consiglieri regionali e dell'Assessore alla Sanità, potrebbero essere già decise e comunicate dai giudici nelle prossime settimane.

Durante l’udienza, il sostituto procuratore generale, Gina Franco Burdino, ha chiesto alla Corte di accogliere il ricorso per quanto riguarda Carlo Norbiato, mentre ha chiesto che non venga accolto per Albert Lanièce e Luciano Caveri.

“Non ho ancora sentito il mio avvocato – commenta Paolo Louvin al telefono,  uno dei tre ricorrenti – comunque sia ora la valutazione la lasciamo agli avvocati che dovranno esprimersi in materia. Prenderemo atto della loro decisione, qualsiasi essa sia, senza accanimenti o lanci di gioia. Fin dall’inizio l’azione ha avuto quale obiettivo quello di verificare che la legge sull’ineleggibilità, votata e approvata in Consiglio, fosse applicata per tutti allo stesso modo. Siamo sempre dell’idea che la legge sia chiara e che non potranno che accettare i ricorsi. La nostra azione è indirizzata all’applicazione della legge, partendo proprio dal principio che la legge è uguale per tutti, non come avviene in Valle d’Aosta  dove si va avanti ad interpretazioni”.

A presentare ricorso, a titolo personale, oltre a Louvin, sono stati Leonardo Tamone, Mario Vietti e Gino Brotoli. Secondo i ricorrenti, i tre unionisti sarebbero ineleggibili in virtù della legge regionale sull’inegibillità e incompatibilità. I ricorrenti, rappresentati dall’avvocato Domenico Palmas del foro di Aosta, contestano a Lanièce, attuale assessore alla Sanità, e a Caveri di non essersi dimessi rispettivamente dalle cariche di presidente della Fondazione Istituto musicale e di presidente della Fondazione Forte di Bard secondi i termini previsti dalla legge regionale, fissati in sei mesi prima della presentazione delle liste. Secondo i ricorrenti, la Fondazione Forte di Bard è da considerarsi come un ente pubblico, infatti, vive con i finanziamenti reginali ed è sotto il controllo dell’amministrazione.

Il consigliere Carlo Norbiato, invece, è amministratore di una società che ha rapporti con l’Usl valdostana. Anche per il procuratore generale, Norbiato doveva dimettersi prima di candarsi. Ora, però la parola spetterà ai giudici della Corte. La sentenza potrà essere impugnata in Cassazione. L’avvocato di Lanièce ha parlato di incostituzionalità della legge regionale, per cui non è da escludere che i giudici possano porre il quesito alla Corte Costituzinale.  “Non è una questione personale – spiega Mario Vietti – l’unico obiettivo è il rispetto delle regole”.

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