La Procura chiede di processare il forestale accusato di assenteismo

Franco Vicquéry, 57 anni, ispettore superiore che comandava la stazione di Etroubles, è accusato di truffa aggravata, alterazione dei sistemi di rilevazione della presenza e peculato d’uso. L’udienza preliminare in calendario per il 13 novembre.
Corpo forestale - forestali
Cronaca

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ispettore superiore del Corpo forestale Franco Vicquéry, 57 anni. Il sottufficiale, che all’esplodere della vicenda era comandante della stazione di Etroubles, è accusato di truffa aggravata, alterazione dei sistemi di rilevazione della presenza e peculato d’uso. L’udienza preliminare dinanzi al Gup – cui l’imputato arriverà assistito da un nuovo difensore, l’avvocato Corrado Bellora – è fissata per il prossimo 13 novembre.

Secondo le indagini dei forestali della Sezione di Polizia giudiziaria presso la Procura, coordinati dal pm Luca Ceccanti, Vicquéry avrebbe attestato manualmente la presenza in servizio (malgrado l’obbligo di “timbratura”), anche per i momenti in cui risultava a casa a fare pranzo, o non era al lavoro. Nel dettaglio, sarebbe risultato falsamente in servizio per 27 giorni, pari ad almeno 41 ore e 9 minuti.

Ne avrebbe tratto – è la tesi d’accusa – un ingiusto profitto (con contestuale danno economico alla Regione) di 1.223 euro. Per gli inquirenti, l’assenza illegittima dal posto di lavoro avrebbe riguardato anche l’uso non autorizzato dell’auto di servizio, arrivando a parcheggiarla nel garage di casa e trasportandovi pure il proprio cane. Vicquéry era stato arrestato, per le accuse nei suoi confronti, lo scorso 23 maggio.

In quell’occasione, il Gip Giuseppe Colazingari aveva annotato, nell’ordinanza con cui aveva disposto i “domiciliari”, come il forestale avesse modellato “le proprie giornate e, in massima parte, la propria attività lavorativa nelle ore meridiane e post prandiali facendo aderire la propria organizzazione giornaliera del lavoro agli orari praticati dalla moglie”. La misura cautelare era stata poi revocata, su istanza difensiva, il 4 giugno, sostituendola con la sospensione per sei mesi dall’esercizio del pubblico ufficio e l’obbligo di dimora nel comune di residenza, Gignod.

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