Sono tredici i risorsi contro la Regione, sostenuti da Savt-École e Snals-Confsal della Valle d’Aosta, che hanno visto riconosciute dal giudice del lavoro di Aosta le proprie ragioni. Si tratta in particolare della richiesta di 5 docenti di vedersi riconoscere le differenze retributive legate agli scatti di anzianità, di un sesto il diritto al risarcimento del danno per reiterazione di contratti a termine e di sette docenti a tempo indeterminato, che hanno ottenuto un miglioramento nella ricostruzione di carriera, oltre alle conseguenti differenze retributive.
La Regione è stata condannata a pagare ai tredici insegnanti che hanno proposto i ricorsi, complessivamente, oltre 120.000 euro a titolo di differenze retributive, senza contare gli interessi legali e le spese.
“Ancora una volta la strada del ricorso si è dimostrata l’unica in grado di garantire agli insegnanti il riconoscimento dei propri diritti: le diffide non sono certo sufficienti a convincere l’Amministrazione. – scrivono in una nota i Segretari di Savt e Snals, Luigi Bolici e Alessandro Celi. – “Certo, preferiremmo che questa evitasse di impiegare i soldi dei contribuenti per pagare spese processuali, provvedendo, invece, a indire i concorsi necessari anche in assenza di un contemporaneo bando nazionale, così da risolvere o – almeno – attenuare il problema del precariato che affligge la Scuola della Valle d’Aosta. Ad esempio, la situazione degli educatori del Convitto Chabod, costretti da oltre vent’anni al precariato per l’assenza di concorsi indetti del Ministero, non è più tollerabile e la Regione dovrebbe utilizzare i propri spazi di autonomia per offrire la dovuta dignità lavorativa alle decine di persone che, anno dopo anno, accettano un contratto di supplenza pur di assicurare il regolare funzionamento del Convitto”.
I Segretari di Savt e Snals, Luigi Bolici e Alessandro Celi invitano “tutti i docenti che ancora non hanno provveduto ad effettuare un’analisi della propria posizione e della propria carriera a contattarli per le opportune verifiche, al fine di ottenere il pieno riconoscimento dei propri diritti”.