Lavori della centralina a Valpelline: tutti assolti in appello i cinque imputati

I giudici di secondo grado, oltre a confermare le assoluzioni pronunciate dal Gup del Tribunale di Aosta, hanno annullato, decidendo per l’assoluzione, l’unica condanna inflitta con la sentenza del giugno 2019.
Palazzo di giustizia di Torino
Cronaca

Conferma delle assoluzioni pronunciate al termine del processo di primo grado e riforma, in senso assolutorio, dell’unica condanna inflitta dal Tribunale di Aosta nel giugno 2019. E’ l’esito del processo alla Corte d’Appello di Torino, conclusosi in questi giorni, sulle presunte irregolarità nella realizzazione della centralina idroelettrica “Arpisson”, in località Bois de Prailles a Valpelline.

Gli imputati erano cinque, tutti coinvolti nell’iter dell’opera. I giudici di secondo grado hanno ribadito l’assoluzione per: Bruno Nex, legale rappresentante della “Ceab Srl”, impresa committente dei lavori; l’ingegnere Joël Créton, progettista e direttore dei lavori (già sindaco di Ollomont e attuale presidente del Bim); l’ex sindaco di Valpelline Ermanno Riva Rivot, in carica dal 2013 al 2014; David Nex, titolare della “Alpiscavi”, esecutrice materiale dell’opera; Marco Magliano, altro socio della “Ceab”.

La Procura di Aosta, che aveva impugnato la sentenza del Gup Luca Fadda, al termine delle indagini aveva contestato – a vario titolo (e, per alcuni episodi, in concorso) – il tentato abuso d’ufficio, l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, l’appropriazione indebita, la violazione colposa di doveri inerenti alla custodia di cose, le violazioni del testo unico in materia edilizia e del codice dei beni culturali e del paesaggio e la falsità ideologica in certificati.

La Corte d’Appello di Torino ha anche stabilito l’assoluzione, annullando la sola condanna di primo grado, l’impresario Bruno Nex dall’accusa di falso ideologico commesso in atto pubblico. Tra le tesi d’accusa formulate al tempo, il fatto che parte dell’acquedotto comunale fosse stato trasformato nella condotta di adduzione della futura centrale idroelettrica “Arpisson” e l’installazione di tubazioni in ghisa provenienti dal sistema antincendio del tunnel del Gran San Bernardo. Prospettazioni, a questo punto, non riscontrate nemmeno dal secondo grado di giudizio.

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