Oltre a ribadire i 10 mesi di carcere inflitti al medico nell’ottobre 2020 dal Gup di Aosta, i giudici di secondo grado hanno rovesciato una parte della sentenza. Il dottore Enrico Negrone, inizialmente assolto, è stato condannato a 8 mesi per abuso d’ufficio.
Depositate le motivazioni con cui la Corte d’Appello di Torino ha confermato la nullità della procedura selettiva bandita dalla finanziaria regionale nel giugno 2021. In Consiglio Valle, inoltre, emersi i costi del contenzioso: oltre 60mila euro.
La Corte d’Appello di Torino ha respinto oggi, giovedì 20 ottobre, il ricorso con cui la finanziaria regionale si opponeva alla sentenza del giudice del lavoro di Aosta, che aveva “cancellato” la procedura svolta.
La Regione aveva impugnato la sentenza con cui il giudice del lavoro di Aosta l’aveva condannata a versare ad un docente precario una somma di oltre 6.500 euro. I motivi di ricorso, però non sono stati condivisi dai giudici.
Lui, un 46enne valdostano, e lei, una 40enne di origini romene, erano stati condannati nel giugno 2019 al Tribunale di Aosta per un rapporto sessuale consumato nei bagni dell’edificio. Per i giudici di secondo grado, “il fatto non sussiste”.
Riconosciute, in secondo grado a Torino, le attenuanti generiche a Christian Bredy, mentre Adriana Chiambretti, assolta dal Gup di Aosta, è stata giudicata colpevole. Per entrambi, l’accusa era di spaccio.
Respinto, all’inizio di febbraio, il ricorso della Regione contro la decisione del giudice del lavoro di Aosta di riconoscere la progressione stipendiale prevista per i docenti di ruolo a tre professori che avevano lavorato con più contratti a tempo.
Depositate le motivazioni al verdetto di secondo grado con rito abbreviato, quello in cui – lo scorso 19 luglio a Torino – erano state confermate le condanne per le figure ritenute ai vertici del sodalizio aostano.
La Corte d’Appello di Torino, rivalutando alcune attenuanti ed escludendo l’accusa di truffa (ritenuta improcedibile per difetto di querela), ha inflitto al medico aostano 4 anni e 3 mesi di reclusione.
Il secondo grado processuale si è chiuso ribadendo il proscioglimento per i dirigenti Raffaele Rocco e Valerio Segor, nonché per i geometri dell’Assessorato Furio Saravalle e Ronny Salvato.
Depositate le motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 20 settembre, la Corte d’Appello di Torino ha riscritto l’esito del primo grado del processo su vari episodi corruttivi nelle partecipate regionali.
Nelle motivazioni della sentenza d'appello del processo Geenna, i magistrati di Torino ripercorrono i ruoli dei condannati Antonio Raso, Nicola prettico ed Alessandro Giachino, nonché della concorrente esterna Monica Carcea.
Depositate le motivazioni della sentenza con cui i giudici di secondo grado, lo scorso 19 luglio, hanno assolto l’ex consigliere regionale dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, rovesciando il giudizio di primo grado.
La sentenza pronunciata oggi, giovedì 7 ottobre, stabilisce la non colpevolezza dei vertici della “Regisport” e di tre associazioni sportive: Nicola Abbrescia, Gianluca Fea, Maurizio Fea e Pamela Sorbara. L’accusa era di frode nell’appalto di gestione degli impianti.
La sentenza è arrivata al termine dell’udienza di oggi, lunedì 20 settembre. Il reato contestato all’ex presidente della Regione è stato riqualificato in corruzione impropria e dichiarato prescritto. La pena (sospesa) per gli altri due imputati è scesa ad un anno di carcere ognuno.
La “locale” di ‘ndrangheta viene riconosciuta dai giudici di abbreviato e ordinario, ma sul concorso esterno di Marco Sorbara i magistrati decidono per l’assoluzione. Si chiude così il secondo grado del processo sulle infiltrazioni in Valle.