Come per i migliori bollettini meteo, le previsioni della vigilia si sono avverate. L’udienza preliminare su un giro di corruzione in alcune partecipate regionali, iniziata oggi dinanzi al Gup Paolo De Paola, è stata rinviata, dopo circa due ore, al prossimo 20 febbraio. Alla base della dilazione c’è la “guerra delle carte” innescata stamane dalle difese. In sostanza, i legali di uno dei tre principali imputati, l’ex manager Finaosta Gabriele Accornero, hanno depositato in aula il frutto di indagini difensive durate un anno e mezzo.
Lo stesso avevano già fatto, negli scorsi giorni, altri avvocati (in particolare, quelli dell’ex presidente della Regione Augusto Rollandin e dell’imprenditore Gerardo Cuomo, accusati con il già consigliere delegato del Forte di Bard di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione continuata per plurimi atti contrari ai doveri d’ufficio) ed il pm Luca Ceccanti ha chiesto al giudice un termine, il più esteso possibile, per esaminare la documentazione.
Non stupisce che siano stati ritenuti necessari due mesi. Solo gli avvocati Corrado Bellora e Guido Furgiuele, dei fori di Aosta e Napoli, hanno presentato, per la posizione di Accornero, quattro raccoglitori, contenenti le testimonianze di ventidue persone, circa centoventi documenti e due consulenze tecniche. Carte che si aggiungono, nel fascicolo processuale, alle migliaia di pagine prodotte dalla Procura, che potrà valutare – viste le risultanze delle indagini difensive – eventuali atti supplettivi.
Ed è anche sui documenti degli inquirenti che, stamane, si è aperto il fuoco di fila dei difensori (gli imputati sono, in tutto, sette). Con due eccezioni preliminari, sulle quali il giudice si è riservato di decidere, è stata infatti chiesta l’inutilizzabilità, sia delle intercettazioni telefoniche svolte dalla DDA di Torino (perché relative ad un altro procedimento), sia di alcune testimonianze di persone sentite dal pm come “informate sui fatti” (il “responsabile unico del procedimento” del Forte di Bard ed un artigiano). Per gli avvocati, avrebbero concorso nei reati contestati e, quindi, avrebbero dovuto essere interrogati quali indagati.
Nell’aula al terzo piano di palazzo di giustizia non è poi passata inosservata, oggi, l’assenza di legali a rappresentare l’Amministrazione regionale. L’ente, persona offesa nel procedimento (a seguito delle condotte contestate in particolare a Rollandin e Accornero), non ha al momento chiesto di costituirsi parte civile (la Giunta, cui compete la decisione, non ha deliberato in merito) e non risulta aver interloquito con la Procura nella fase delle indagini preliminari (in cui la legge riconosce alle parti lese varie facoltà).
Nello stabilire il rinvio al 20 febbraio, occasione in cui verrà resa nota la decisione sulle eccezioni odierne, il giudice De Paola ha anche fissato un calendario di massima delle prossime udienze, in caso di richieste di rito abbreviato. Si proseguirà quindi il 28 febbraio e 13, 14, 20, 21, 27 e 28 marzo. In quest’ultima data, secondo tale ipotesi (resa verosimile dal fatto che le difese abbiano puntato molto sull’integrazione del fascicolo, unico elemento di decisione del giudice in caso di “abbreviato”) sarebbe prevista la sentenza su uno dei primi procedimenti per fenomeni corruttivi a coinvolgere i vertici di Regione e di società rilevanti nella galassia delle “partecipate”.