A lavorare durante la stagione dello sci non sono soltanto gli operatori turistici. Con l’apertura degli impianti infatti raddoppia il carico di lavoro anche per il Pronto soccorso dell’Ospedale regionale Umberto Parini. Per far fronte alle numerose richieste, durante i fine settimana invernali, il normale organico si amplia di un medico.
Dal 1° dicembre del 2010 allo scorso 25 aprile, data di chiusura di molti impianti, sono stati 1421 gli accessi al Pronto soccorso per eventi traumatici legati alla pratica dello sci. Nessuno morto per fortuna, quest’anno, ma tanti piccoli e lievi incidenti dovuti per lo più a cause accidentali.
Le 1421 persone arrivate, o per conto loro o tramite l’elisoccorso, al Parini di Aosta, erano soprattutto maschi, 855 contro le 566 donne. Un 20% circa poi di incidenti che hanno visto protagonisti i turisti stranieri fra questi la parte del leone la fanno gli inglesi, seguiti dai polacchi, svedesi, russi, belgi e francesi.
A registrare quest’anno il maggior numero di eventi traumatici è la fascia di età compresa fra i 25 e i 44 anni (450 casi) seguita dai 45 – 64 anni (349 casi). Continua a crescere poi il numero di chi decide di indossare il casco: 737 contro i 572, sprovvisti. Tra questi i più virtuosi sono i giovanissimi e i giovani mentre a mano a mano che cresce l’età si abbassa sensibilmente la percentuale degli utilizzatori.
“Operando un confronto indicativo è possibile affermare un incremento del numero degli sciatori che utilizzano il casco – sottolinea il dottor Massimo Pesenti Campagnoni, direttore del Dipartimento di Emergenza dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta – In linea di massima notiamo un certo aumento della “cultura della sicurezza” intesa come una maggiore attenzione alla corretta pratica dell’attività sportiva ed all’utilizzo del casco protettivo non tanto nel numero degli incidenti che, come detto, rimane sostanzialmente invariato, quanto piuttosto all’incremento dei soggetti sensibili alle numerose campagne di prevenzione legate all’utilizzo di questo prezioso strumento, il casco, in grado di limitare notevolmente l’incidenza dei traumi cranici commotivi e di tutte le conseguenze, anche gravi, ad esso collegate.”
I dati del Pronto soccorso smentiscono poi la credenza che lo snowboard sia più pericolo dello sci. La maggior parte delle persone arrivate al Parini utilizzava infatti gli sci: 1078 contro i 268. Altra falsa credenza è che gli incidenti siano dovuti sopratutto alle condizioni della neve – ghiaccio o neve marcia – e alla difficoltà della pista. E’ invece l’affollamento delle piste una delle maggiori cause degli eventi traumatici. Non è un caso infatti che gli accessi al Pronto soccorso raddoppino durante il fine settimana.
Infine il più frequente trauma da sci si conferma quello agli arti inferiori che interessa uno su tre dei pazienti arrivati al Pronto soccorso.