Le truffe s’impennano in Valle: i consigli dei Carabinieri

Il comandante della Compagnia di Aosta, il capitano D’Angelo, ha incontrato i media per ricordare i principali accorgimenti che possono salvare da raggiri "ormai sempre più raffinati" (specie online).
Il capitano Danilo D'Angelo (a dx).
Cronaca

Una mail, tra le tante scaricate sul pc dell’ufficio come ogni mattina. Arriva da una professionista che conosce il destinatario: “Sono in viaggio in Africa, per essere rilasciata dalla Polizia mi servono 1.000 euro”. Chi la riceve prova a rispondere, chiedendo lumi e, poco dopo, giunge un altro messaggio: “Ho avuto dei problemi, mi servono i soldi”. Fortunatamente, il dubbio lo spinge a contattare telefonicamente la donna, che spiega: “mi hanno clonato la mail e sono arrivate mail di quel tipo a tutte le persone nella mia rubrica”.

È accaduto al Comandante della Compagnia di Aosta dei Carabinieri, il capitano Danilo D’Angelo, che ha svelato l’aneddoto nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi, martedì 11 giugno, per spiegare quanto gli artifizi dei truffatori si siano fatti talmente raffinati che “chiunque ci può cadere”. La fascia più a rischio restano gli anziani, bersaglio di persone che fingono di conoscerli o si spacciano per incaricati pubblici (due casi sono stati riscontrati di recente ad Aosta e in bassa Valle, sottraendo alle vittime rispettivamente 6mila e 2mila euro), ma il “boom” dell’e-commerce fa sì che la truffa online sia trasversale, colpendo “tutti coloro che usano la rete” e rendendo più difficile “arrivare a recuperare i soldi”.

In Valle esiste addirittura, ha raccontato l’ufficiale ai giornalisti, chi ha pensato di comprare, rispondendo ad inserzioni in rete, un cavallo e dei trattori. La “merce” non è mai arrivata, a fronte dei rispettivi pagamenti, e l’Arma sta incrementando l’attività di prevenzione. Cosa può fare un consumatore per tutelarsi? “Se il prezzo di ciò che è in vendita risulta eccessivamente basso, – ha risposto il capitano D’Angelo – già quello è un campanello d’allarme. L’affare della vita, su Internet, è difficile. Poi, se si vede che un’inserzione è li da mesi, si può davvero pensare che non ne abbia ancora approfittato qualcuno?”.

Un altro accorgimento è quello di inserire su un motore di ricerca il nome della persona, o del “negozio”, che procede alla vendita, eventualmente anche il suo numero di telefono o altri dati. “Se qualcosa non va, al 99% viene fuori”, ha proseguito D’Angelo. Un test importante perché molti truffatori, ormai, non si fanno scrupolo a lasciare i contatti personali per contatti. “Una volta, la vittima ha chiamato davanti a noi, – è continuato il racconto – lamentandosi di non aver ancora ricevuto la merce, malgrado il versamento. La risposta è stata: ‘che me ne frega, vada a denunciarmi’ e all’altro capo hanno riagganciato”.

Le forze dell’ordine denunciano gli autori (anche se grandi difficoltà esistono con i paesi esteri che non hanno accordi internazionali con l’Italia), che vanno incontro a numerosi processi penali, e a volte “li arrestiamo anche”, ma spesso “quando escono ricominciano”. Per questo, “prevenire è meglio che curare. Serve più attenzione. Io sono a casa, sul mio personal computer, mi sento protetto, ma non è così”. Da considerare, inoltre, che esistono “sistemi di pagamento elettronico anche più sicuri della carta di credito. Sono più cari, ma offrono maggior tranquillità. In alcuni casi, con una segnalazione, i soldi vengono restituiti”. Sono quelli da preferire.

Sui siti ove si acquista, poi, è sempre bene verificare la presenza dell’SSL, il “lucchetto” che dice della sicurezza della piattaforma: “se non appare, c’è già qualche problema”. In casi come quello del trattore, perché non chiedere il numero di targa. “Un accertamento ACI – ha sottolineato il Capitano – costa 20 euro. Se sono pronto a spenderne 5mila, posso metterli in conto. Così, sono in grado di vedere se sul mezzo esistono dei gravami, se è di proprietà di colui che lo vende. Informazioni utili a completare l’acquisto in tranquillità”.

Altre truffe passano attraverso messaggi che propongono un cambio password del proprio “home banking”, o delle Poste, portando su siti “civetta”. “In quel modo, – ha avvisato l’ufficiale – viene chiesto di digitare la vecchia e i malviventi la usano per poi ‘prosciugare’ i nostri risparmi, poco dopo. La modifica delle proprie chiavi d’accesso, va ricordato, avviene solo in filiale, o nelle agenzie. È stato specificato più volte e va tenuto a mente”.

Infine, di fronte a qualsiasi sospetto, sempre chiamare il 112: un pronto avviso permette un intervento tempestivo e anche solo un dubbio (com’è accaduto a un tabaccaio insospettitosi durante una transazione chiestagli da un cliente) può prevenire un raggiro. In generale, così come negli anni dei furti in casa (oggi in drastico calo), si sconsigliava di aprire la porta a chi non si era mai visto, l’avvertimento dei Carabinieri oggi è: “non apriamo il nostro conto corrente agli sconosciuti”. Segni dei tempi.

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