Approda alla Corte di Cassazione il contenzioso tra la Regione e una società titolare di una subconcessione per prelievo d’acqua a fini idroelettrici lungo il torrente Messuère, in Val d’Ayas. Nel febbraio 2021, l’amministrazione di piazza Deffeyes aveva sospeso per 15 giorni l’attività di prelievo d’acqua effettuata dalla “Messuère Energie” Srl di Issogne, in forza dell’autorizzazione ottenuta nell’ottobre 2016.
Alla base di quel provvedimento, gli accertamenti del Corpo forestale che in sedici occasioni, tra il 2017 e il 2020, si erano conclusi contestando il mancato rilascio, a valle dell’opera di presa, dei quantitativi corretti di deflusso minimo vitale. Lo “stop” temporaneo era giunto con un atto dei dirigenti delle strutture Gestione demanio idrico e Valutazioni, autorizzazioni ambientali e qualità dell’aria dell’amministrazione regionale.
La società aveva però impugnato la sospensione dinanzi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. La sentenza è delle scorse settimane e dà ragione alla “Messuère Energie” Srl, censurando in particolare – sul piano tecnico – le modalità dei prelievi svolti dai forestali (in particolare, quelli richiamati nel provvedimento impugnato erano tre sopralluoghi nel 2017, nove nel 2018 e quattro nel 2020).
Un esito che la Regione non ritiene condivisibile. La decisione di proporre ricorso al verdetto nel grado successivo di giudizio, rappresentato dalla Suprema Corte, è stata adottata dalla Giunta presieduta da Renzo Testolin nella seduta di ieri, lunedì 19 giugno. A rappresentare gli interessi dell’ente nel giudizio sarà lo studio Merani di Torino, incaricato dall’Esecutivo nel deliberare l’opposizione alla sentenza e prevedendo per il contenzioso uno stanziamento appena inferiore ai 14mila 100 euro.
La questione è d’interesse per i vertici dell’amministrazione non solo per il caso specifico. E’ evidente che, alla luce del numero di subconcessioni autorizzate nel tempo dalla Regione, una definizione sfavorevole del contenzioso potrebbe rappresentare un precedente invocabile, da altre aziende, magari dinanzi a contestazioni simili. La resistenza in giudizio s’inserisce così nello scenario più ampio dei rapporti tra l’amministrazione e i suoi concessionari.
Tra gli episodi in cui erano intervenuti i forestali lungo il Messuère ve n’era anche uno, risalente al 6 agosto 2019, finito al centro di un procedimento penale. La messa in secca del torrente, in quell’occasione, aveva generato una moria di pesci. Imputato di distruzione o deturpamento delle bellezze naturali e per impedimento del controllo, il rappresentante della “Messuère Energie”, Alberto Arditi, era stato assolto dal Tribunale di Aosta dalle accuse mossegli.