Gli avvocati dei dodici consiglieri regionali (in carica ed ex) che hanno presentato reclamo all’ordinanza di sostanziale conferma del provvedimento di sequestro di beni e depositi, scattato nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Corte dei conti sui finanziamenti al Casinò, hanno chiesto ai giudici della sezione giurisdizionale l’esclusione dal “sigilli” dei conti correnti dei loro assistiti.
Lo si è appreso oggi, 27 giugno, al termine dell’udienza in cui è stata discussa l’impugnazione, dinanzi al collegio composto dai magistrati Pio Silvestri (presidente della Sezione), Paolo Cominelli e Pietro Maltese. “Abbiamo insistito affinché il sequestro sia ridotto, – ha spiegato, a nome di tutti i colleghi, l’avvocato Carlo Emanuele Gallo di Torino – tenendo conto delle esigenze dei nostri clienti, che devono pur poter vivere una vita ragionevole, dignitosa, facendo fronte alle loro esigenze. Hanno stipulato dei contratti per dei lavori nelle case, dei contratti di mutuo, devono pagare i ratei, devono mandare in vacanza i figli”.
“La nostra richiesta principale – ha aggiunto il legale – è quella di limitare il sequestro ai beni immobili, che sono già consistenti, sia pure di valore molto ridotto rispetto alla richiesta stratosferica della Procura, ma comunque garantiscono il credito che la Procura ha azionato. E poi riteniamo che si debbano contemperare le esigenze della Procura con quelle dei soggetti, che al momento non sono stati condannati. Non sono responsabili. Siamo all’inizio del giudizio di merito, quindi io non posso subire una punizione così forte e definitiva come vedermi costretto a vivere con niente”.
Nel delineare le conseguenze del provvedimento di sequestro (che, oltre ai dodici presentatori del reclamo, interessa altri nove amministratori ed ex), l’avvocato Gallo ha sottolineato che “qualcuno deve vivere con una pensione di poche centinaia di euro, oppure avendo famiglia e avendo impostato una vita in un certo modo. Non sono soggetti che vivono alle Seychelles, però hanno una vita ordinaria. Le vacanze e l’estate arrivano per tutti. I figli ci sono per tutti e bisogna pur far fronte”.
Sugli argomenti del reclamo, il procuratore Roberto Rizzi, dopo l’udienza, ha dichiarato di essersi opposto alla richiesta avanzata. “Il sequestro è sicuramente una misura invadente, invasiva e per alcuni aspetti anche odiosa. – ha detto – Capisco le ragioni delle difese. Chiaramente le esigenze quotidiane le abbiamo tutti, però è uno strumento legale e io lo esercito nei limiti previsti dalla legge. Questa è la posizione della Procura e questo mi sono limitato a dire”.
Il Collegio si è riservato la decisione sui reclami. Le difese la attendono prima dell’udienza di merito della causa, fissata fissata per l’11 luglio prossimo. In quella sede, la Corte dovrà decidere se i 140 milioni erogati alla “Casino de la Vallée” attraverso quattro delibere di Consiglio e Giunta della Valle, tra il 2012 e il 2015, siano danno erariale, come sostenuto dalla Procura. In giudizio, assieme ai ventuno componenti, di oggi e ieri, delle istituzioni regionali, è stato citato anche un dirigente dell’amministrazione di piazza Deffeyes. Nei suoi confronti, tuttavia, non è stato disposto il sequestro.
Il reclamo all’ordinanza con cui il giudice delegato Alessandra Olessina, dopo una prima opposizione di tutti i convenuti, aveva confermato, per buona parte, il sequestro cautelare è stato depositato da: André Lanièce ed Emily Rini (assistiti dall’avvocato Stefano Marchesini), Mauro Baccega, Luca Bianchi, Joël Farcoz, David Follien, Giuseppe Isabellon, Aurelio Marguerettaz, Marilena Péaquin, Ego Perron, Augusto Rollandin, Renzo Testolin (con i legali Gianni Maria Saracco e Carlo Emanuele Gallo).
Gli altri nove citati in giudizio, interessati dal blocco di beni e depositi ma che non hanno presentato reclamo, sono: Pierluigi Marquis, Albert Lanièce, Ennio Pastoret, Antonio Fosson, Marco Viérin, Stefano Borrello, Leonardo La Torre (che, in sede di controdeduzione alla misura, aveva manifestato disponibilità a versare un deposito cauzionale, a fronte della revoca del provvedimento), Claudio Restano e Raimondo Donzel.