Il 30 gennaio di 10 anni fa, nel 2002, veniva ucciso nella villetta di Montroz, una piccola frazione di Cogne, il piccolo Samuele Lorenzi di 3 anni. Per quel delitto sta scontando una pena, nel carcere bolognese della Dozza, la madre, Annamaria Franzoni che si è sempre dichiarata innocente.
I giudici in terzo grado hanno condannato la donna a 16 anni di reclusione: grazie alla riduzione della pena per la buona condotta, Annamaria Franzoni potrà uscire dal carcere nel 2014 e stare così vicino agli altri due figli, Davide di 16 anni e Gioele di 9, nato dopo la tragica scomparsa del fratello Samuele.
La vicenda ha sconvolto la piccola comunità del Gran Paradiso che ancora oggi assiste con incredulità ai tanti viaggi che gli amanti del turismo macabro fanno per vedere da vicino e fotografare la villetta della famiglia Lorenzi. “Quella vicenda resterà per noi una ferita incancellabile – ha detto l’allora sindaco di Cogne Osvaldo Ruffier – dopo dieci anni va registrato che ci sono ancora persone che arrivano a Cogne e chiedono indicazioni per andare a vedere di persona la casa doveè stato ucciso il piccolo Samuele. Una pratica che, credo, non si interromperà mai”.
Il delitto per anni inspiegabile e senza un colpevole aveva scatenato una battaglia ed una profonda divisione della comunità di Cogne tra innocentisti e colpevolisti. Lo stesso Ruffier custodisce ancora in casa le lettere che si è visto recapitare in Comune. "Si tratta di cinquecento missive – racconta – nelle quali ognuno dava una sua chiave di lettura del delitto. Indimenticabile quella in cui qualcuno parlava dell’uccisione di Samuele, attribuendola ad un corvo intrufolatosi nella casa".