Accusato di truffa nell’ambito della "Operazione bisturi" riguardante la clinica privata Day Hospital, Amedeo Manuel Mancini, primario del reparto di Ortopedia dell’ospedale di Aosta, ha deciso di patteggiare sei mesi di reclusione, convertiti in una pena di 6.840 euro, più una sanzione di 800 euro.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, da aprile 2005 a febbraio 2008, non avrebbe comunicato all’Usl 38 interventi eseguiti presso il Day hospital pur avendo rilasciato regolare ricevuta al paziente, compilata sull’apposito bollettario fornito dall’Usl. Così facendo avrebbe evitato di pagare il 30% dell’onorario all’Azienda sanitaria così com’è previsto dall’attività intra moenia, appropriandosi di una somma complessiva che gli inquirenti indicano di 26 mila euro. In 3 casi il primario di Ortopedia invece avrebbe inviato all’azienda sanitaria una ricevuta con una cifra inferiore (1500 euro) a quella effettivamente percepita (2500 euro) e riportata sulla ricevuta rilasciata al paziente.
Il Gup Giuseppe Colazingari ha invece aggiornato l’udienza per Alberto Morelli, direttore amministrativo del Day Hospital, al prossimo 21 dicembre. Morelli ha chiesto il rito abbreviato per l’accusa di peculato e il patteggiamento per quella di violazione delle norme sullo smaltimento dei rifiuti.
L’azienda Usl della Valle d’Aosta che si è costituita parte civile nel procedimento penale “ha scelto di non accettare il rito abbreviato ma di effettuare la richiesta di risarcimento in sede civile in modo da non sottostare alle limitazioni di acquisizione di prove che questo rito alternativo impone”, ha dichiarato l’avvocato Corrado Bellora, legale dell’azienda.
Morelli si sarebbe appropriato di materiale fornito al Day Hospital dall’Usl per i soli interventi in regime pubblico. La cifra contestata è di 85.900 euro per gli anni dal 2005 al 2008. In questo periodo sarebbero stati regolarmente e con continuità utilizzati medicinali, camici, bisturi, protesi, garze, siringhe filo di sutura e altro materiale medico per interventi privatistici e quindi a vantaggio esclusivo della struttura.
Gli altri sette medici indagati nell’inchiesta (Alessandro Albani, Michy Salval, Paolo Pierini e dei dirigenti medici Giorgio Basile, Antonio Antico, Paolo Millo e Riccardo Brachet Contul) erano stati prosciolti nello stesso procedimento penale lo scorso mese di marzo.