Palagagliardi, l’allora dirigente e l’ex Giunta Viérin condannati a pagare 335mila euro

La parte più consistente del danno erariale riconosciuto dalla sezione giurisdizionale regionale è stata addebitata all'allora dirigente del Servizio commercio, contingentamento e zona franca Cesare Jans a cui vengono chiesti 217.874 euro.
La Corte dei Conti di Aosta
Cronaca

Sulla vicenda del Palagagliardi la Giunta guidata da Dino Viérin fra il 1994 e il 1995 e l'allora dirigente dovranno risarcire 335.597,68 euro. E’ quanto ha stabilito la Corte dei Conti valdostana.

La parte più consistente del danno erariale, riconosciuto dalla sezione giurisdizionale regionale, è stata addebitata all'allora dirigente del Servizio commercio, contingentamento e zona franca Cesare Jans a cui vengono chiesti 217.874 euro mentre all’allora Presidente della Regione Dino Viérin e agli ex assessori Massimo Lévêque, Roberto Louvin, Elio Riccarand, Franco Vallet e Roberto Vicquery, 16.692,03 euro ciascuno mentre a Claudio Lavoyer e Gino Giovanni Agnesod 8.785,28 euro ciascuno. La richiesta della procura era stata di poco più di 500mila euro.

La vicenda riguarda i ritardi con cui la Regione ha rilasciato alla società di gestione del centro fieristico Palagagliardi le autorizzazioni a svolgere le manifestazioni proposte, per il 1994 e 1995, dai gestori della struttura di Charvensod. Ritardi costati alla Regione, come stabilito da più tribunali in diversi gradi di giudizio, un milione e settantunmila euro. Risarcimento versato dall'ente pubblico vent'anni dopo i fatti, tanto che è andato al curatore fallimentare della ditta, visto che il centro nel 1999 ha chiuso i battenti, dopo il tracollo economico.

Nella sentenza, pubblicata oggi, il collegio presieduto da Paolo Cominelli, sottolinea innanzitutto come “sul piano generale, è palese l’illegittimità della condotta della Regione: perché quest’ultima, come esattamente osservato dal tribunale di Torino, “… era tenuta a concludere il procedimento amministrativo autorizzatorio con un provvedimento espresso … nei … tempi previsti …” …”cioè trenta giorni, oltre ai novanta previsti per il parere obbligatorio del comitato”.

Sulle fiere programmate per il 1994 i giudici sottolineano come “non appare concepibile che la decisione su ben sei di quegli eventi sia stata rinviata dalla giunta regionale sulla base di un presupposto materialmente inesistente: ossia la presentazione di una nuova proposta da parte della società. Ma soprattutto non si comprende che cosa potesse mai esservi da proporre, atteso che alla società stessa incombeva soltanto di presentare istanza per venir autorizzata a svolgere una serie di fiere in determinate date: ragion per cui non vi erano margini sostanziali di “trattativa” rispetto a quell’istanza, né gli odierni convenuti li hanno in alcun modo prospettati”. 

Altre quattro manifestazioni sono state annullate anche nel 1995 “che peraltro, erano state autorizzate”. Anche qui i giudici spiegano nella sentenza come “risulta inoltre palese come la struttura diretta dal Jans abbia completamente travalicato il termine entro cui concludere il procedimento, addirittura iniziato dalla società con un anno di anticipo; e la gravità della colpa ascrivibile a detto convenuto è provata anche dai reiterati solleciti presentati dalla società stessa”. Secondo la Corte dei Conti “l’evidente rilevanza del procedimento in questione, che aveva ad oggetto eventi fieristici di rilevanza verosimilmente ampia, doveva indurre il Jans a seguire con particolare attenzione il procedimento stesso; e gli impedisce, quindi, di condividere con alcuno dei dipendenti a lui subordinati la responsabilità per quel ritardo istruttorio”.

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