Chiuse, dalla Procura di Aosta, le indagini preliminari legate agli esiti delle ispezioni del Nas nel laboratorio di panificazione di Roisan e nel negozio di via Sant’Anselmo ad Aosta della panetteria-pasticceria “Giorgi”. Al titolare della ditta, il 59enne Antonio Giorgi, il pm Francesco Pizzato contesta la violazione della disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande, nonché la tentata frode in commercio. L’avviso di conclusione è stato notificato all’imprenditore negli ultimi giorni.
Gli addebiti sono relativi ad episodi dei mesi di luglio e settembre scorsi. Per la Procura, il 12 luglio, nel negozio di Aosta, è stata venduta una porzione di torta salata al gusto di speck e brie invasa “da parassiti/vermi bianchi che si muovevano”. La vicenda è stata segnalata dal cliente e i Carabinieri del Nas hanno svolto, il giorno dopo, un controllo nella pasticceria. In quell’ispezione, i militari hanno trovato una teglia, contenente lo stesso tipo di alimento, ritenuto sottoposto “a lavorazioni o trattamenti diretti a mascherare un preesistente stato di alterazione”, vista la presenza di “larve di colore bianco”.
Il pm Pizzato, a seguito di tali eventi, ha quindi emesso un decreto ispettivo, che ha fatto scattare nuove ispezioni dei militari. Sono state eseguite il 12 settembre, a Roisan ed Aosta. Relativamente al laboratorio di panificazione, il sostituto procuratore contesta la presenza di “140 kg di albume di uova congelato” in “cattivo stato di conservazione”, giacché caratterizzato da “cristallizzazione diffusa” e contenente “corpi estranei”, nonché riposto all’interno di bidoni di plastica.
Sin qui, le ipotesi di violazione della disciplina alimentare. La contestazione di tentata frode in commercio deriva, invece, dall’aver “omesso di predisporre all’interno degli esercizi commerciali ‘Giorgi’ siti ad Aosta un’idonea indicazione dello stato fisico di congelato di alcuni degli alimenti proposti”. Così facendo, l’imprenditore avrebbe tentato “di indurre in errore gli acquirenti in ordine all’origine, alla provenienza e alla qualità di tali prodotti, ingenerando in essi la convinzione che fossero freschi”.
A seguito dei controlli di settembre, il Pubblico ministero aveva anche emesso un decreto urgente di sequestro dei locali di Roisan ed Aosta (in via Sant’Anselmo). Il Gip del Tribunale, cui il provvedimento era stato trasmesso, aveva convalidato l’atto della Procura, respingendo però la richiesta di emanare uno specifico decreto per mantenere la chiusura (cui si era opposta anche la ditta, attraverso una memoria difensiva dell’avvocato Sandro Sorbara).
Nel motivare la scelta di dare il “semaforo verde” alla riapertura il giudice aveva tuttavia messo nero su bianco che “tale valutazione muterebbe ove gli organi competenti, nell’ambito dei controlli che verosimilmente verranno effettuati, dovessero riscontrare ulteriori violazioni di legge da parte dell’indagato”. L’indagato ha ora un intervallo di tempo a disposizione per chiedere al pm di essere sentito, o di compiere ulteriori atti di indagine, od ancora produrre memorie o documentazione. La Procura valuterà quindi se procedere alla richiesta di rinvio a giudizio, oppure archiviare la posizione.