Piombo nei cartoni della pizza, scattata l’allerta in Valle d’Aosta

In 2 lotti di cartoni della pizza, prodotti da un’azienda di Vigevano e distribuiti in Valle è stato infatti trovato del piombo ed è cosi scattato il ritiro. Il 18 gennaio scorso sono state interessate dal provvedimento una trentina di pizzerie valdostane
Cronaca

Lavoro intenso nei giorni scorsi per il Dipartimento igiene degli alimenti dell’Azienda Usl valdostana. In due lotti di cartoni della pizza, prodotti da un’azienda di Vigevano e distribuiti dal Caseificio valdostano, è stato infatti trovato del piombo ed è cosi scattato il ritiro. Il 18 gennaio scorso sono state interessate dal provvedimento una trentina di pizzerie in tutta la regione.

La motivazione del ritiro è legata al rischio chimico di contaminazione alimentare. I tecnici avrebbero infatti trovato una presenza eccessiva di piombo nella cellulosa utilizzata per la fabbricazione dei cartoni per pizze e calzoni.

Il cartone utilizzato per il trasporto di alimenti umidi, come è il caso della pizza, per legge deve essere prodotto con pura cellulosa vergine. I controlli effettuati in Italia, in questi anni, hanno messo in luce prodotti non a norma, ricavati da carta riciclata. Le alte temperature a cui infatti viene esposta la carta riciclata comporta il rilascio di sostanze come il piombo e altri composti tossici.

 

0 risposte

  1. Sono d’accordo sul fatto che è necessario Informare l’opinione pubblica riguardo il problema gravissimo dei contenitori pizza nocivi, perché contengono piombo e quindi non sono a norma di legge. Ma è anche necessario, informare i consumatori che esistono aziende che rispettano queste normative.
    Infatti noi dello Scatolificio Martinelli Srl insieme ad un altro scatolificio, proprio per contrastare questo problema, avevamo istituito “l’Associazione PortaPizza Sicuro” che ha lo scopo di tutelare il consumatore, garantendo, nella produzione di scatole pizza, l’utilizzo esclusivo di carte di pura cellulosa e inchiostri a base d’acqua privi di metalli pesanti.
    Purtroppo, dopo molti anni l’associazione non ha retto al passare del tempo e siamo stati costretti a chiuderla, anche perché molti dei nostri colleghi non hanno voluto farne parte. Ma nonostante questo, noi non abbiamo smesso di provarci, anzi continuiamo a seguire quell’obiettivo: produrre box pizza nel rispetto delle norme italiane e della salute dei consumatori.

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