Post di Manfrin sull’hoverboard, per il pm è critica di natura politica: chiesta l’archiviazione

Nel messaggio, il consigliere leghista definiva “risorsa boldriniana” l’uomo di colore, ripreso di spalle, a bordo di uno skate elettrico. Per la Procura, la persona non era riconoscibile. Atteso ora il pronunciamento del Gip sulla richiesta del Pm.
Il post su Facebook del consigliere leghista Manfrin
Cronaca

Archiviazione del fascicolo. E’ la richiesta avanzata dal pubblico ministero Eugenia Menichetti al Gip del Tribunale di Aosta, a seguito delle indagini che hanno riguardato il post, effettuato nello scorso maggio su Facebook, dal consigliere comunale leghista Andrea Manfrin. Al messaggio pubblicato sul social network era affiancata una foto di un uomo di colore, di spalle, intento ad attraversare via Primo Maggio, ad Aosta, con un “hoverboard”.

Alla Procura, attraverso un esposto-querela dell’avvocato Valeria Fadda, si era rivolta la famiglia del ragazzo ritratto nell’immagine, di origini senegalesi e stabilmente residente in Valle con la moglie ed un figlio, ritenutasi diffamata dal messaggio di Manfrin, che recitava: “Sapete quanto costa un hoverboard? Quello che questa risorsa boldriniana usa per andare a spasso vicino alla Cogne (o per scappare dalla guerra)? Anche usato viene fra i 200 ed i 500 €. Quanti cittadini valdostani se lo possono permettere?”. Il fascicolo riguardava anche la persona che aveva scattato la fotografia, fornendola poi all’esponente del Carroccio.

Per il Pubblico ministero, l’individuo in foto non è riconoscibile e le espressioni del post sono una critica di natura politica. Da questi due elementi, che non conducono alla formulazione di ipotesi di reato, la richiesta di archiviazione sulla quale è ora attesa la pronuncia del Gip.

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