Precari, la vertenza del maestro Papalia finisce davanti alla Corte di Giustizia europea

Papalia nell'aprile scorso si era visto riconoscere dal Giudice del Lavoro di Aosta, Eugenio Gramola, un risarcimento di 108.121 euro, per i contratti a tempo determinato, illegittimi, stipulati dall’amministrazione comunale in più di 30 anni.
Cronaca

Finisce davanti alla Corte di giustizia europea la vertenza contro il Comune di Aosta del maestro Rocco Papalia, direttore della banda municipale. Papalia nell’aprile scorso si era visto riconoscere dal Giudice del Lavoro di Aosta, Eugenio Gramola, un risarcimento di 108.121 euro, per i contratti a tempo determinato, illegittimi, stipulati dall’amministrazione comunale in più di 30 anni.

Il Comune aveva deciso di impugnare la sentenza davanti alla Corte di Appello e, nel frattempo, aveva fatto lavorare Papalia per diversi mesi senza contratto (da gennaio al giugno 2012) e senza retribuzione. “Questa sentenza non ha dissuaso il Comune di Aosta – spiega l’avvocato Federico Mavilla che patrocina la causa per la Cgil – per questo avevano deciso nuovamente di rivolgerci al giudice sollevando la questione pregiudiziale davanti alla Corte di Giustizia europea”. Richiesta accolta a fine dicembre dal giudice del lavoro di Aosta, Eugenio Gramola.

La questione dei precari del pubblico impiego è piuttosto controversa dal punto di vista giuridico.
Se infatti i giudici di primo grado hanno quasi sempre riconosciuto l’illegittimità dell’apposizione del termine dei contratti a tempo determinato, riconoscendo ai lavoratori il risarcimento del danno, quest’ultimo, in secondo grado e in Cassazione, è stato invece dai giudici negato “perché il lavoratore non è in grado di fornire adeguata prova del danno subito”.

In controtendenza alla giurisprudenza italiana si è pronunciata la Corte di giustizia europea che ha invece riconosciuto il diritto del lavoratore a essere risarcito con l’obiettivo anche di prevenire, sanzionare e dissuadere l’ente pubblico dall’utilizzare, abusivamente, i contratti a tempo determinato. Diverso il discorso per quanto riguarda la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Qui infatti in tutti i gradi di giudizio la richiesta dei lavoratori è stata respinta in base all’articolo 97 della Costituzione che specifica come al pubblico impiego si acceda tramite concorso. "Tesi che crea – spiega ancora Mavilla – un’enorme disparità con il settore privato".

“Rocco Papalia ha lavorato per 30 anni senza un giorni di interruzione fra un contratto e l’altro – spiega Carmela Macheda, segretario della Cgil funzione pubblica  – e ha dimostrato una tale dedicazione, lavorando anche senza essere pagato e senza contratto”.
Sui contratti a tempo determinato sono circa una sessantina le vertenze seguite dalla Cgil, 25 quelle pendenti davanti alla Corte di Appello o in Cassazione.
“La funzione pubblica – sottolinea ancora Macheda – ha tentato in ogni modo di portare avanti con gli enti pubblici la trattativa, senza risultati, per questo siamo stati costretti a rivolgerci ai giudici”.
 

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