Prima un incendio gli distrugge l’abitazione, poi i Carabinieri lo arrestano

Il danno e poi la beffa. I Carabinieri hanno arrestato un francese residente a Rhêmes-Saint-Georges. Nella casa, andata a fuoco, aveva tre fucili e 134 proiettili, di cui 34 per armi da guerra, non denunciati. Si è difeso 'in Francia non è consuetudine'.
Le armi trovate in casa del francese
Cronaca
Felisax Claudius Jean Marc, 64 anni, architetto, nato a Thonon-Les-Bains (Francia) è stato arrestato questa mattina dagli agenti dei Carabinieri di Saint-Pierre dopo l’incendio avvenuto ieri notte nella sua abitazione a Rhêmes-Saint-Georges in Frazione Melignon. Gli agenti intervenuti sul posto hanno, infatti, trovato nella casa dell’uomo, non appena spento l’incendio dai Vigili del Fuoco, tre fucili, due doppiette e un “sovrapposto”, oltre a 134 proiettili, dei quali 34 per armi da guerra. L’accusa è di importazione clandestina e detenzione abusiva di armi e munizioni da guerra.
Il ritrovamento è avvenuto proprio mentre il francese stava cercando di occultare le armi e di evitare che venissero distrutte dalle fiamme. Agli agenti dell’Arma Jean Marc Felisax avrebbe detto che non sapeva di dover denunciarle perché in Francia “non è consuetudine”. L’uomo da circa due anni risiede in fraz. Melignon dove ha acquistato e da poco ristrutturato un appartamento all'interno di un edificio con altre cinque unità abitative.

A provocare le fiamme dell’incendio divampato ieri sera intorno alle ore 20 è stato il surriscaldamento della canna fumaria dell’appartamento dell’uomo. Il fuoco ha dapprima attecchito alle pareti in legno e successivamente al tetto. A dare l’allarme lo stesso proprietario che al momento si trova al piano di sotto a quello dove è divampato l’incendio. Il pronto intervento dei volontari di Rhemes Saint Georges, Notre Dame e di Introd e il successivo lavoro dei pompieri di Aosta, con tre autobotti e un’autoscala, ha evitato che le fiamme si propagassero agli altri appartamenti, tutte seconde case. Ingenti i danni nell’unità abitativa.

Dopo il danno dunque anche “la beffa”.

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