Processo Cuneaz: il 15 aprile la sentenza
"Al centro di questo processo – ha dichiarato l'avvocato Lorenzo Trucco – si possono vedere chiaramente le umiliazioni subite dal mio assistito. E' evidente lo stato di soggezione in cui versava. Era privo di documenti, clandestino. Cercava di stringere i denti, perché gli avevano promesso di metterlo in regola. Ma questo non è mai avvenuto. Ahmed veniva quotidianamente umiliato, insultato. E spesso picchiato. In questo processo si vede proprio lo stato di sfruttamento dei soggetti più deboli. Naghim aveva più volte chiamato il fratello per dirgli che in quella situazione sarebbe morto".
Le parti civili, hanno ribadito la validità delle accuse e si sono associate alle richieste del pm: per Clelia Bredy, di 53 anni, sei anni e due mesi (10 mesi di condono); per il marito Napoleone Cuneaz, di 66 anni, sei anni, 10 mesi e 10 giorni (un anno, 6 mesi e 10 giorni di condono); per il figlio Edi Cuneaz, di 20 anni, sei anni e un mese (9 mesi di condono); per il padre della donna, Ugo Bredy, di 83 anni, sei anni e un mese (9 mesi di condono).
Le difese, invece, hanno evidenziato le contraddizioni nelle dichiarazioni delle parti offese sottolineando che "le accuse sono inventate".
Il processo è stato aggiornato al 15 aprile per le ultime arringhe e la sentenza.