Prosegue il processo su un giro di prostituzione a Saint-Vincent

Durante l'udienza ieri, mercoledì 17 dicembre, sono stati sentiti numerosi testimoni ma nessuno ha detto che le ragazze che frequentavano il 'Golden Lyon' si prostituivano.
Tribunale di Aosta
Cronaca

“Io in quel locale lavoravo come barista, non so nulla di prostituzione”, ha raccontato al giudice Mercedes Iraida Hernandez, 42 anni abitante a Saint-Vincent, testimone durante il processo a carico di Alberto Zamperlin, 65 anni e di sua moglie Delcinea Pereira Gomes, 48 anni di origine cubane, entrambi residenti a Châtillon. I due sono accusati di aver tollerato la prostituzione nel loro locale di Saint-Vincent, il “Golden Lyion”. A processo anche Lien Wals Sotolongo, 32 anni di Brescia. Zamperlin e la moglie, difesi dall’avvocato Filippo Vaccino e dalla collega Adele Murino, respingono duramente le accuse.

I fatti risalgono al 2007. Dalle indagini, effettuate dai carabinieri, era emerso che Zamperlin e la moglie mettevano a disposizione il loro locale alle due cubane, che lì procacciavano clienti per le loro ragazze. In particolare, Lien Wals Sotolongo cercava i clienti da fornire alle giovani cubane della sua ‘scuderia’. Le indagini erano partite nella primavera del 2007, a seguito di un’altra operazione, denominata “Neve a primavera”, che aveva portato all’arresto di altre tre persone. Infatti, dalle intercettazione era emerso che le due cubane parlavano di incontri da organizzare tra clienti, facoltosi, e prostitute. Una prestazione andava dai 70 ai 150 euro, per salire verso cifre decisamente maggiori per un’intera notte a luci rosse.

Durante il processo di mercoledì scorso sono stati sentiti numerosi testimoni. Ma nessuno ha detto che le ragazze che frequentavano di locale di Zamperlin si prostituivano. L’udienza è poi stata aggiornata al 16 gennaio, quando verrà conferito l’incarico al perito, che dovrà tradurre le intercettazioni in lingua spagnola.

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