Ritrovamento dei 25mila euro: Marco Viérin dal pm
L’ex presidente del Consiglio Valle, Marco Viérin, si è presentato spontaneamente nel pomeriggio di oggi, martedì 23 ottobre, in Procura, per essere sentito dal pm Luca Ceccanti. Assieme a lui, l’avvocato Claudio Soro, che lo assiste nell’ambito dell’inchiesta seguita al ritrovamento di 25mila euro negli uffici della presidenza della Regione.
Il fascicolo aveva visto sinora l’archiviazione delle accuse a carico dell’ex capo dell’Esecutivo regionale Pierluigi Marquis e l’addebito di calunnia per il suo allora segretario particolare Donatello Trevisan, morto per un malore nella tarda serata di venerdì scorso, 19 ottobre. Nei confronti di Viérin, le indagini non sono ancora chiuse: la contestazione di aver reso “dichiarazioni mendaci” è stata sospesa, in attesa della definizione del procedimento principale.
“Abbiamo fatto – ha dichiarato il legale Soro – le dovute precisazioni in ordine alle telefonate con Donatello Trevisan e credo che la questione sia definitivamente chiarita”. Adesso, “aspettiamo ovviamente le determinazioni della Procura”, ha concluso l’avvocato.
Viérin – sentito lo scorso 29 agosto dal pm, in qualità di persona informata sui fatti – aveva negato “qualsiasi tipo di rapporto, amicale e politico” con Trevisan, dichiarando inoltre di “non essere mai andato a cena con l’ex segretario particolare e di averlo sentito poche volte per telefono”, nel corso “degli ultimi 2/3 anni”, sempre “per normali questioni di lavoro”. Alla domanda su quando avesse sentito per telefono Trevisan l’ultima volta, Viérin rispose: “non mi ricordo, sarà stato qualche giorno fa”.
Per la Procura, “dichiarazioni palesemente mendaci”, perché – proprio poche ore prima di presentarsi negli uffici di via Ollietti – “Viérin – aveva annotato il pm Ceccanti nella richiesta di archiviazione delle accuse mosse a Marquis – veniva contattato proprio da Donatello Trevisan, che non usava, prudentemente, il proprio cellulare, ma, al contrario, un’utenza fissa in uso alla Regione Valle d’Aosta”.
Per gli inquirenti, quella conversazione, per quanto brevissima, presentava un contenuto “gravido di significati”, restituendo un rapporto tra i due “estremamente confidenziale”. Nel fornire precisazioni sulle telefonate, secondo quanto si è appreso, Marco Viérin ha messo anche l’accento su un vuoto di memoria legato forse a uno stato confusionale.