Scuola Cerlogne di Saint Pierre chiusa per almeno due mesi

Dopo il crollo è cominciata la perizia per accertarne le cause. Tanti i motivi possibili: secondo l'ingegnere incaricato "sarebbero stati usati laterizi che notoriamente presentano questo inconveniente". Se n'è parlato durante il consiglio comunale.
Ingegner Sandro Pariset
Cronaca

"Ci vorranno almeno due mesi per poter riaprire la scuola elementare Jean Baptiste Cerlogne di Saint-Pierre". Questa è l’ipotesi dell’ingegner Sandro Pariset, incaricato alla diagnostica e alla messa in sicurezza della scuola. Il ‘verdetto’ è stato esposto ieri sera di fronte al consiglio e alla giunta comunale del paese.

"Nella mattina del 7 febbraio scorso – riepiloga l’ingegnere – è avvenuto un distacco del solaio, più una buona porzione di controsoffitto, siamo stati fortunati che nel locale non c’era ancora nessuno". Due mesi quindi è il tempo minimo per venire a capo del problema e risolverlo, ma i tempi potrebbero aumentare nel caso che, invece di una normale messa in sicurezza, ci fosse il bisogno di un vero e proprio consolidamento strutturale.

Nel frattempo, giovedì scorso, le lezioni per i bambini sono potute ripartire: "abbiamo smistato le varie classi sul territorio comunale, grazie anche all’aiuto di privati – riferisce il sindaco Daniela Lale Demoz – i locali interessati sono della Cofruit, del Priorato e alcuni nostri saloni comunali". La soluzione non è definitiva e si dovrà, perciò, cercare nei prossimi giorni un altro ripiego più stabile. Lunedì 13, invece, saranno ripristinati i servizi di scuolabus e mensa.

Dalle prime analisi sul soffitto è emerso che non solo la parte che ha ceduto era esposta al rischio di sfondellamento: "tutti i solai sono compromessi da una percentuale del 20 all’80%", spiega Pariset. "E’ qualcosa che può succedere anche in edifici nuovi – continua – e purtroppo non manifesta nessun segno: né crepe, né rigonfiamenti". Il fenomeno comporta distacco dei fondelli inferiori di laterizio dalla parte superiore della pignatta e, secondo Pariset, "ci sono almeno 40 motivi per cui questo può succedere: escluderei umidità e sbalzi di temperatura, perchè alcune zone coinvolte non possono in nessun modo essere esposte". L’ingegnere poi si sbilancia: "sicuramente è stato scelto un tipo di laterizio che notoriamente presenta questo inconveniente".
 

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