L’idea che si ha della giustizia è, in genere, decisamente televisiva. La verità è che i processi da piccolo schermo sono uno su centinaia. Nei tribunali, ogni giorno, passano persone e storie che hanno a che fare, più che con la storia del Paese, con la vita quotidiana. Le giornate di un Giudice monocratico, nella media, sono scandite da liti coniugali, cause per il mancato pagamento di rate di mantenimento, maltrattamenti, lesioni conseguenti a screzi e dintorni del codice penale.
A volte, però, si verificano delle eccezioni e capita, per le strade inattese che la vita delle persone prende, che anche in un tribunale tutto sommato di provincia come quello di Aosta arrivino personaggi che non ti aspetti. I cronisti ricordano ancora la giornata trascorsa quasi interamente, a fine 2013, a seguire l’udienza di cui fu protagonista il conduttore televisivo Michele Santoro, in una causa per diffamazione. Ieri mattina, invece, era atteso, in veste di imputato un altro personaggio, forse poco noto in Italia, ma molto più nel jet-set internazionale.
Parliamo di Alois Gabriel, classe 1972, nato in Austria, con una villa da sogno a Velden, ma residente per lunghi periodi dell’anno nel Principato di Monaco. Professionalmente, il suo nome è legato alla “OVB”, una società di consulenza patrimoniale, attiva nella fornitura di servizi finanziari in quattordici Paesi europei. Visitandone il sito, si coglie l’entità del gruppo: 3,26 milioni di clienti, 5.100 consulenti finanziari e oltre cento partners in tutto il continente. Insomma, un impero economico, di cui Gabriel, secondo le stesse parole di chi ha lavorato con lui, “è stato uno dei più significativi pionieri”, tanto da averlo “influenzato e modellato”.
Il giudice aspettava il top manager, ieri mattina, perché chiamato a giudizio per tentata violenza privata. Durante una vacanza a Courmayeur, in una notte dei primi giorni del gennaio 2014, secondo l’accusa avrebbe colpito con un pugno la sua compagna di allora, una modella di dieci anni più giovane di lui, assieme alla quale alloggiava nella suite di un albergo a cinque stelle della località ai piedi del Bianco.
Inoltre, sempre stando a quanto sostenuto dalla Procura una volta chiuse le indagini, nella lite l’uomo le avrebbe torto un braccio, coperto il volto con un cuscino per impedirle di muoversi e minacciata di ricorrere a qualsiasi mezzo per farle interrompere la gravidanza che aveva in corso. Sembra che proprio il figlio atteso dalla donna fosse al centro di tensioni tra i due. Accuse non semplici, ma che il processo avrebbe rappresentato la sede naturale per dimostrare ed accertare, per fatti verificatisi in assenza di testimoni.
Tuttavia, ieri mattina, al giudice Davide Paladino non è rimasto altro da fare che rinviare l’udienza. Negli ultimi giorni di maggio, Gabriel è stato trovato morto dalla Polizia del Principato di Monaco, caduto dalla finestra di un lussuoso palazzo. L’accaduto è tutt’altro che chiaro: gli investigatori della terra dei Grimaldi non hanno escluso l’incidente, ma nemmeno l’atto criminoso e sottolineano di procedere “in ogni direzione”. Alcuni media austriaci, tra i pochi a riprendere la notizia, diffusa inizialmente da un quotidiano di Monaco, non si fanno scrupoli, nell’elencare le ipotesi sul tappeto, ad usare la parola “omicidio”.
Nel mentre, anche sui social media, non s’interrompono le attestazioni di stima di chi aveva conosciuto il top manager. In una nota ufficiale, “OVB” si dice “profondamente scioccata dalla notizia” e rivolge a Gabriel, descritto come “un collega ben voluto, rispettato ed esemplare”, i “ringraziamenti speciali” del gruppo. Tra chi lo piange e chi indaga sulla sua fine, resta che il volo in cui si è conclusa la vita del manager austriaco ha posto fine ad un’esistenza considerata da molti “da favola”, ma anche alla possibilità di sapere cos’era successo davvero quella notte a Courmayeur. Il Tribunale di Aosta attenderà ora il certificato di morte dell’uomo, con il quale il giudice potrà emettere sentenza di estinzione del procedimento.