Tragedia del Rutor, chiesto il giudizio immediato per il pilota francese

Philippe Michel, 64 anni, è chiamato a rispondere di disastro aviatorio colposo e omicidio colposo plurimo, a seguito dello schianto tra lo Jodel D-140 F su cui viaggiava e l’elicottero GMH in servizio di eliski.
Le ricerche dei soccorritori sul ghiacciaio del Rutor
Cronaca

Giudizio immediato, per le accuse di disastro aviatorio colposo e omicidio colposo plurimo. È la richiesta della Procura di Aosta al Gip del Tribunale, avanzata oggi, venerdì 7 giugno, per Philippe Michel, il pilota francese 64enne arrestato all’indomani dell’incidente aereo sul ghiacciaio del Rutor. Lo scorso 25 gennaio, nella collisione aerea tra l’aereo da turismo Jodel D-140 su cui viaggiava l’uomo, assieme a due allievi, e un elicottero della società GMH, in servizio per l’eliski, morirono sette persone. Solo due dei coinvolti, Michel e un passeggero dell’altro aeromobile, sopravvissero venendo soccorsi a 2.600 metri di quota.

Il pm Carlo Introvigne, relativamente al disastro aviatorio, imputa al francese due diversi profili di colpa. Uno generico, per aver “tenuto una condotta negligente ed imprudente”, nel sorvolare “quale comandante ed istruttore di volo” dell’aereo partito da Megève “la zona del ghiacciaio” del Rutor, sita in territorio italiano, “senza prestare attenzione durante il volo a vista alla presenza di altri velivoli che impegnavano la medesima area”.

L’altro aspetto, di colpa specifica, riguarda il presunto mancato rispetto di vari atti normativi che disciplinano la pratica aerea. Le omissioni contestate consisterebbero: nel non aver “preventivamente comunicato alcun piano alla torre di controllo di Aosta né ad altra autorità italiana o francese preposta al controllo del traffico aereo”; nel non aver tenuto conto del decreto per cui “l’uso delle aviosuperfici occasionali è limitato ai voli con origine e destinazione nel territorio nazionale”; nel non aver trasmesso alla direzione aeroportuale o all’autorità di pubblica sicurezza informazioni sull’uso di una superficie di atterraggio e decollo occasionale; nel non aver effettuato, trattandosi di attività aerea in montagna, “periodiche chiamate all’aria” sulla frequenza di 130.0 MHz, “allo scopo di evitare conflitto di traffico”; nel non essere abilitato al pilotaggio “su aviosuperfici in pendenza e/o a fondo innevato o ghiacciato”, in assenza di convalida tramite l’autorizzazione temporanea dell’Ente Nazionale Aviazione Civile del titolo rilasciato dal suo Paese.

Inadempimenti che, sommandosi tra loro, secondo gli inquirenti cagionavano “la caduta dell’aeromobile” pilotato da Michel, nonché dell’elicottero “con il quale entrava in collisione”, causando – per quanto riguarda le altre accuse mosse dalla Procura diretta da Paolo Fortuna – “la morte di sette persone” (il pilota italiano Maurizio Scarpelli, la guida alpina che lo accompagnava nella rotazione Frank Henssler, i tre turisti tedeschi Christoph Jakob e Sattler Ingrid Jakob, nonché gli allievi del volo addestrativo: il belga Arnaud Goffin e il francese Bruno Marais), nonché il ferimento grave di Martin Werner, l’altro sopravvissuto della tragedia.

Il giudizio immediato è un percorso processuale che il pubblico ministero sceglie quando ritiene di aver raggiunto l’evidenza della prova dei reati contestati, saltando il “filtro” dell’udienza preliminare. Michel, difeso dagli avvocati Jacques Fosson del foro di Aosta e Fulvio Simoni di Milano, si era avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del Gip nell’imminenza dell’accaduto (quando era ancora in ospedale) e non si è sottoposto ad un successivo interrogatorio inquirente del pm. La Procura aveva, nelle scorse settimane, depositato anche un’istanza di incidente probatorio sull’accaduto, che era però stata rigettata dal Tribunale.

L’inchiesta è stata condotta su più fronti. Al lavoro “sul campo” del Soccorso Alpino della Guardia di finanza di Entrèves e del Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri di Aosta (l’ufficiale che lo comanda è un elicotterista) si sono aggiunti gli elementi forniti dal sindaco di La Thuile Mathieu Ferraris, dai medici Mirella Gherardi e Davide Machado (cui sono state affidate le autopsie sulle vittime), dagli accertamenti dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (che ha redatto, nell’ambito della sua inchiesta tecnica, un rapporto preliminare), dalla Procura di Parigi (che ha raccolto materiale in terra francese) e di diversi testimoni che si sono spontaneamente presentati per rilasciare dichiarazioni o depositare materiale.

Il Gip dovrà ora pronunciarsi sulla richiesta, fissando la data dell’udienza. Potrebbe quindi iniziare tra non molto il processo dell’incidente dal bilancio più pesante degli ultimi diciotto anni di aviazione in Valle d’Aosta.

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