Tragedia del Rutor, l’Ansv raccomanda alla Francia di vigilare sulle limitazioni al volo

Pubblicato il rapporto conclusivo dell’indagine di sicurezza sulla collisione, del 25 gennaio 2019, tra un aereo da turismo dell’aeroclub di Megève e un elicottero in servizio per l’eliski. Nello schianto persero la vita sette persone.
Le ricerche dei soccorritori sul ghiacciaio del Rutor
Cronaca

Il 25 gennaio 2019, il volo sul ghiacciaio del Rutor dell’aereo da turismo dell’aeroclub di Megève e dell’elicottero della società “Gmh” in servizio per l’eliski finì in tragedia, con la collisione tra i due aeromobili e la morte di sette dei loro occupanti, per l’“insufficiente attività di look-out (vigilanza, attenzione, ndr.) da parte di entrambi gli equipaggi”. E’ la conclusione cui è giunta l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, che ha pubblicato ieri, venerdì 11 giugno, la relazione riassuntiva dell’inchiesta condotta sull’incidente in alta Valle.

Le cause concorrenti

Al verificarsi dell’incidente contribuirono inoltre – si legge nelle 86 pagine del rapporto – “la probabile assenza di comunicazioni radio bilaterali” nelle fasi precedenti lo scontro, “la limitata o nulla visibilità disponibile per entrambi gli equipaggi verso il settore occupato dall’altro aeromobile” (derivante dall’architettura dei due mezzi), nonché “la posizione del sole”, quel giorno “frontale” ad entrambe le aeronavi e che “potrebbe aver significativamente influito sulle capacità di percezione visiva delle rispettive posizioni”.

Le limitazioni in Valle assenti dai manuali

Gli ispettori dell’Agenzia hanno poi appurato che nell’AIP Italia (una sorta di “manuale unico” sulla disciplina del volo in un Paese, cui i piloti di tutto il mondo fanno riferimento) “non erano riportate alcune aree della Valle d’Aosta soggette a limitazioni di volo”. Dalle informazioni acquisite in corso d’inchiesta “sarebbe emerso che ciò sia dipeso da una criticità di trasmissione all’Enav, da parte della Regione”, della legge regionale del 1988 che le introduce. Peraltro, le ricerche condotte dall’Ansv presso l’ente che gestisce il traffico civile hanno “confermato che le limitazioni previste” dalle norme regionali “non siano mai state inserite nell’AIP Italia”.

L’aeroclub francese sapeva dei divieti

Il rapporto conclusivo dell’agenzia individua, inoltre, tra i fattori alla base dell’incidente “il comportamento tenuto a livello organizzativo dall’Aéroclub de Megève”. “Si può infatti ritenere – è scritto – che quest’ultimo fosse a conoscenza, almeno a partire dal 2004 (quando gli fu contestata una infrazione alla normativa italiana) dell’esistenza di limitazioni al volo in territorio italiano, ma che piloti dello stesso abbiano perseverato ugualmente nella pratica di atterrare indifferentemente sui due lati del confine, in particolare, per quanto qui di interesse, in territorio italiano, in violazione della normativa nazionale italiana”.

Le raccomandazioni di sicurezza

Dalle evidenze raccolte e dalle analisi effettuate nell’inchiesta sulla tragedia deriva l’emanazione di molteplici raccomandazioni di sicurezza (le indagini dell’Ansv, che hanno riguardato pure l’esame dei filmati contenuti in due telecamere go-pro ritrovate sul ghiacciaio, attengono al miglioramento di tale profilo e non alla ricerca di responsabilità). Una di queste è diretta alla “Direction générale de l’aviation civile” francese e riguarda lo “svolgere una più efficace attività di sorveglianza e di safety promotion presso gli operatori francesi”, in particolare “per quanto concerne l’attività effettuata in territorio italiano, in alta montagna, nelle vicinanze del Confine di Stato”.

Un’altra raccomandazione è diretta all’Ente Nazionale Aviazione Civile, affinché “le limitazioni di cui” alla legge regionale del 1988 “siano riportate nell’AIP Italia”. Allo stesso organismo l’Ansv raccomanda, inoltre, “che venga attuato un coordinamento tra organismi di polizia presenti a livello locale ed Enac”. Tale indicazione scaturisce dalle “numerose segnalazioni” da parte “dei competenti organi di polizia locale” relative alla “reiterata inosservanza da parte di operatori aeronautici, soprattutto stranieri, delle limitazioni al volo presenti nella Regione Valle d’Aosta”, senza però “che le stesse” abbiano “sortito un effetto deterrente”. L’obiettivo è consentire all’Enac di “avere una adeguata visibilità del fenomeno” e “di promuovere le iniziative di competenza”, anche “nei confronti delle corrispondenti autorità straniere”.

Il colpevole per l’inchiesta penale

Nell’inchiesta penale sull’accaduto, lo scorso 23 aprile la Corte d’Appello di Torino ha confermato la colpevolezza, per disastro aereo colposo e omicidio colposo plurimo aggravati, del pilota francese 66enne Philippe Michel, unico imputato per la tragedia. L’uomo era “comandante ed istruttore di volo” dell’aereo partito da Megève, sul quale volavano anche gli allievi Arnaud Goffin e Bruno Marais, periti nello scontro. Nella collisione, l’incidente dal bilancio più pesante, negli ultimi diciotto anni in Valle, morì anche il pilota dell’elicottero, il toscano Maurizio Scarpelli, assieme alla guida alpina che lo accompagnava nella rotazione, Frank Henssler.

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