Secondo le richieste della difesa, in aula avrebbero dovuto comparire dei suoi parenti, per fornire spiegazioni sulla provenienza del denaro sequestrato ad un ventinovenne pakistano, arrestato lo scorso 5 novembre al tunnel del Monte Bianco, mentre tentava di entrare in Italia alla guida di una vettura con due connazionali a bordo, risultati però privi di documenti all’atto dei controlli della Polizia di frontiera.
Tuttavia, all’udienza di oggi, lunedì 20 novembre, dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Aosta Giuseppe Colazingari, non solo non si sono visti i possibili testimoni della difesa, ma nemmeno l’imputato. Il processo è stato comunque celebrato e Raja Hafeez, questo il nome dell’arrestato, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è stato condannato a tre anni di carcere e 50mila euro di multa. L’accusa era rappresentata dal pubblico ministero Eugenia Menichetti.
Il giudice, nel sentenziare, ha inoltre disposto la confisca della vettura su cui i tre viaggiavano (che, secondo gli accertamenti della Polizia, è risultato essere stato usato in passato “per commettere reati della stessa specie”) e dei circa duemila euro di cui Hafeez era in possesso, sequestrati al momento del fermo “perché probabile provento derivante dall’attività delittuosa del trasporto dei connazionali”. Rimane anche in vigore la misura disposta al momento della convalida dell’arresto del divieto di soggiorno in Valle d’Aosta per il giovane pakistano.