Trovato il corpo di una lupa a Gignod. Si temevano colpi di arma da fuoco ma le cause della morte sono naturali

Il corpo della giovane lupa è stato sottoposto agli esami di Diagnostica Necroscopica. L'animale è stato vittima dell'attacco di un altro branco - spiega il dottor Orusa del Cermas -, e per sfuggire è caduta, fatalmente, per circa 30 metri. L'articolo contiene un'immagine che potrebbe urtare la sensibilità dei lettori.
Un lupo (foto di repertorio)
Cronaca

Un esemplare di lupo – una femmina di meno di un anno di età – è stato ritrovato morto, nei giorni scorsi, nella zona di Gignod. Il pensiero di chi ha visto i resti è stato quello, inevitabile, che ha procurare la morte della lupa fosse stato un colpo di arma da fuoco. Così, però, non è stato.

Il corpo è stato preso in consegna dai veterinari dell’Istituto zooprofilattico sperimentale per gli esami di Diagnostica Necroscopica. Provvedimento dovuto, soprattutto per accertare la causa della morte, a maggior ragione trattandosi di una specie protetta.

Dopo i rilievi sul lupo, il dottor Riccardo Orusa – responsabile scientifico del Centro di referenza nazionale per le malattie degli animali selvatici  – spiega: “Si tratta di una lupa femmina giovane che ha avuto un approccio con probabilmente un altro branco di lupi. Questo lo diranno poi gli esami genetici, ma le evidenze raccolte rilevano che si sia trattato di una aggressione intraspecifica, ed è una condizione legata alla natura. Abbiamo escluso che ci sia stata una situazione di uso di arma da fuoco. La radiologia e l’esame necroscopico lo hanno escluso. Ed è stato tranchant. È un esemplare a cui non si è sparato”.

Non solo. Orusa aggiunge: “Contestualmente all’aggressione, la lupa ha cercato di sfuggire e ha fatto un volo di almeno trenta metri. Nella zona c’era una sorta di costone, unica via di fuga, dove poi sono stati trovati i resti. I rilievi parlano di una caduta da una situazione altimetrica di minimo trenta metri fino ad un massimo di 50 metri. Il risultato è stato un grave trauma a livello di dorso, che ha portato al decesso”.

“La morte è stata accertata come causa naturale, causata verosimilmente da una prima situazione critica non dovuta ad un’azione antropica ma naturale, collegata poi alla fase successiva, quando l’esemplare è precipitato per non meno di trenta metri – aggiunge il Responsabile del Cermas –. La natura ha le sue reazioni, e l’aggressione intraspecifica tra i lupi accade sovente. L’abbiamo riscontrato anche in altre regione, si tratta di un ‘sistema di equilibrio’ tra branchi. Ed è anche una difesa che la natura dà a se stessa. L’animale è stato gestito con tutte le dovute e necessarie misure, anche con l’esame radiologico. Non hanno sparato alla lupa“.

Caduta fatale che, chiude Orusa, “collima con quanto segnalato dal Corpo forestale che ha trovato la carcassa sul posto”.

Il referto è stato emesso oggi, giovedì 13 febbraio, nel primo pomeriggio e consegnato all’Ufficio per la fauna selvatica e ittica del Dipartimento risorse naturali e Corpo forestale, sotto l’Assessorato all’Agricoltura e risorse naturali.

Attenzione: l’immagine che segue potrebbe urtare la sensibilità dei lettori

Il corpo della lupa ritrovata a Gignod
Il corpo della lupa ritrovata a Gignod

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