“Una guerra dei poveri” ma anche “la macabra speranza di guadagnare nelle disgrazie”. E’ duro il Presidente dell’Adava Filippo Gérard nei confronti di alcuni “colleghi”, proprietari di alloggi dati in locazione a fini turistici.
Scorrendo su Booking e altri portali di prenotazione, si nota come l’offerta sia tutt’altro che azzerata. Tante le case vacanze ancora disponibili.
“Spiace come il nostro gesto non sia stato compreso da parte di chi fa la locazione privata” scandisce il Presidente Adava. “In tutte le località gli alberghi sono chiusi o si apprestano a chiudere, solo ad Aosta alcuni colleghi stanno facendo una sorta di turnazione civica per garantire una camera a chi deve venire in Valle d’Aosta per seri motivi di lavori.”
Oltre ai turisti ancora presenti in Valle d’Aosta e che non sembrano intenzionati a tornare nelle loro prime case, ci sono anche quelli che, in barba ai divieti, telefonano per prenotare una vacanza.
“Di gente senza buon senso ce n’è. Anch’io in questi giorni ho ricevuto la chiamata di una famiglia di Ginevra che voleva venire – ricorda Gérard, proprietario di un albergo a Cogne – Non può esserci domanda, se non c’è però offerta. E’ vero che l’appartamento ha meno rischi di un albergo, ma gli spostamenti sono da evitare. In questo momento in cui diciamo a tutti di fermarsi, sarebbe bello che tutti gli attori del comparto turistico facessero la loro parte”.
Non solo in Valle d’Aosta. Le immagini delle lunghe code di sciatori a Chamonix sono surreali, alla luce di quanto sta accadendo in Italia. “Non hanno imparato nulla dagli errori altrui” dice ancora il presidente Adava “Forse anche loro farebbero bene a fermarsi. E’ un gesto irresponsabile invitare gli italiani ora per tirare su due soldi, va bene non fare le barricate in ingresso, ma almeno avere il buon senso di rispettare le decisioni assunte dal vicino paese”.
Il Presidente Adava ha inviato oggi una lettera a tutti gli associati. “Ci auguriamo che la situazione possa quanto prima migliorare e che tutti i sacrifici che stiamo sostenendo possano aiutare a rallentare e arrestare il contagio. Conclusa l’emergenza dovremo poi rimboccarci le maniche e lavorare insieme per mettere in atto una sorta di piano Marshall nell’ambito della promozione e del marketing che possa riportare la Valle d’Aosta, nel minor tempo possibile, alle presenze, ai fatturati e al successo che merita”.
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Ma questo dove vive fino a pochi giorni fa (domenica) gli impianti funzionavano a pieno
regime e alcuni cervelli disabitati si spendevano in proclami invitando a venire in
valle i turisti avere la memoria corta puo anche andare bene ma cosi è un po troppo