Udienza Casinò: concluse le arringhe dei difensori

Si è conclusa, con gli ultimi tre legali, la tornata dei difensori degli otto imputati cui il pm Menichetti contesta il falso in bilancio e la truffa aggravata. Nella prossima udienza, repliche e contro-repliche, poi il Gup entrerà in Camera di consiglio.
L'avvocata Maria Rita Bagalà
Cronaca

“Abbiamo passato la palla al giudice”. La metafora calcistica, invero in giorni di turno di Champions League, è dell’avvocato Maria Rita Bagalà e sintetizza efficacemente lo stato dell’arte dell’udienza preliminare sui 140 milioni di euro di finanziamenti regionali al Casinò de la Vallée, ripresa oggi, mercoledì 24 ottobre, dinanzi al Gup del Tribunale, Paolo De Paola.

Si sono infatti concluse le arringhe difensive dei legali degli otto imputati cui il pm Eugenia Menichetti contesta, a vario titolo, le false comunicazioni sociali e la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La prossima convocazione, fissata per l’8 novembre, dovrebbe quindi vedere – oltre a repliche e controrepliche di accusa e difese – il giudice ritirarsi in camera di consiglio per emettere una delle sentenze più attese dell’anno.


“Ai revisori non compete il controllo contabile”

Difendendo i revisori dei conti della Casa da gioco Jean-Paul Zanini e Laura Filetti (per cui il pm ha chiesto, rispettivamente, 5 anni e 2 anni di reclusione), l’avvocato Bagalà – come spiegato ai cronisti a margine dell’udienza – ha sottolineato che tra i compiti dei Sindaci non rientra “il controllo contabile, per cui noi abbiamo avuto dei professionisti, delle persone perbene che rispondono di accuse per le quali non dovevano neanche essere indagate, perché non hanno questo compito”.

I revisori, ha aggiunto il legale “rispondono su un controllo di legalità. Per cui redazione, controllo del bilancio, che sia stato ben eseguito, e basta. Il controllo contabile, se le appostazioni erano corrette o meno, non toccava a loro”. In ogni caso, “abbiamo fato un excursus su tutti i bilanci proprio perché secondo noi il fatto non sussiste, e quindi nessuna delle persone che oggi si trovano in quest’aula doveva starci”.

I bilanci, per l’avvocato, “sono stati redatti in maniera corretta” e “abbiamo delle consulenze tecniche che lo hanno rappresentato”. Tra queste, una “del presidente dell’assemblea nazionale dei principi contabili”, considerato che “ci volevano delle competenze specialistiche, secondo noi” e “ci siamo avvalsi dell’aiuto di specialisti perché non siamo tuttologi”. Si è così appreso che al Gup, oltre all’assoluzione dei due imputati, in via subordinata è stata richiesta “eventualmente una nuova consulenza d’ufficio, perché non vi è una consulenza agli atti di segno contrario, per cui ora vedremo”.

Difficile da trattenere, dinanzi a tale affermazione, la domanda sull’appostazione delle imposte anticipate nei bilanci su cui la Procura contesta il falso, cardine delle indagini effettuate dalla Guardia di finanza. A proposito, l’avvocato Bagalà ha ribadito con fermezza che “le imposte anticipate rispondono a un principio contabile, cioè non sono un’invenzione. È una previsione che non si fonda su requisiti di carattere oggettivo, come ritiene la Finanza, ma su previsioni: è un principio contabile al quale si deve adeguare la Casinò de la Vallée, l’amministratore, non i Sindaci”.


“Truffa impossibile a bilancio non chiuso”

La “correttezza del bilancio al 31 dicembre 2015” è stata sostenuta anche dall’avvocato Saverio Rodi, difensore dell’amministratore unico in quel momento, Lorenzo Sommo (3 anni di carcere chiesti dall’accusa). Oltre all’“insussistenza della contestazione” di false comunicazioni sociali, il legale ha anche puntato a dimostrare che, nei confronti della Regione, non c’è stato “alcun tipo di truffa”.

Il motivo è di carattere cronologico. “L’avvocato Sommo ha licenziato il bilancio al 31 dicembre 2015”, ha detto ai giornalisti, quindi successivo alla delibera del 10 dicembre di quell’anno, “che è l’ultima in contestazione”. Il documento contabile di quell’esercizio “si chiude successivamente”, per cui, stando al ragionamento difensivo, “non posso strutturare un inganno su una delibera del 2015, quando il bilancio non c’è ancora”.


“Nessuna responsabilità diretta dell’assessore”

Infine, a invocare al Gup l’assoluzione del suo assistito, l’ex assessore alle finanze Mauro Baccega (2 anni di reclusione, la richiesta del pm), è stato l’avvocato Gianni Maria Saracco. I motivi su cui si fonda la richiesta sono di due tipi. Da un canto, “sulla delibera di cui il consigliere Baccega è imputato”, Finaosta “ha svolto, per legge, tutte le verifiche, anche in punto di solvibilità del Casinò de la Vallée”. Dall’altro, “è stato il secondo mutuo” erogato dalla Regione alla Casa da gioco e “sul primo, quello 2012, la Corte dei Conti, Sezione di controllo, nulla ha osservato”, nemmeno “nel 2014, quando ha comunque preso in considerazione” quello “deliberato nel 2013, per cui” è a processo l’esponente di Epav.

In sostanza, “una istruttoria delegata di Finaosta, senza oggettiva responsabilità diretta dell’assessore in allora proponente”. Peraltro, “Baccega è stato assessore per sette mesi”. Lo diventa “a luglio 2013, propone la delibera a settembre 2013, rimette l’incarico a febbraio dell’anno successivo. Ci abbiamo messo di più noi a capire come funzionava il capo d’imputazione, che tutto sommato la consulenza aziendale la facciamo ogni giorno”.


Non lontano l’epilogo del primo grado

Gli altri imputati, i cui legali si sono espressi nelle ultime tre udienze, sono i politici dell’Union Valdôtaine Augusto Rollandin ed Ego Perron (ex assessori alle finanze, il primo “ad interim” da allora presidente della Regione), il già amministratore unico Luca Frigerio e il revisore dei conti Fabrizio Brunello. Il Casinò è poi chiamato in causa per la responsabilità amministrativa (richiesti dal pubblico ministero Menichetti 500mila euro) e la Regione è parte civile.

Tornando al mercoledì di Champions, dopo che la Procura ha passato la palla alle difese (lo scorso 19 settembre), e che queste l’hanno calciata verso il giudice (dal 27 settembre ad oggi), si avvicina il momento del fischio finale. Potrebbe mandare gli imputati fuori dal campo, come verso il carcere. Difficile tuttavia non immaginare all’orizzonte, invocata da una delle parti opposte, la “Var” dei successivi gradi di giudizio. Si vedrà.

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