Un 19enne comasco la vittima dell’incidente sul Monte Bianco

A riconoscerlo, dopo il recupero all’alba di oggi, i genitori, arrivati a Courmayeur in giornata. Il compagno superstite e gli altri tre alpinisti in difficoltà, nel frattempo, hanno raggiunto autonomamente il rifugio del Goûter, sul versante francese.
Monte Bianco
Cronaca

Aveva 19 anni, ed era di Erba (Como), la vittima dell’incidente di ieri sul Monte Bianco. Elia Baraldi è stato identificato oggi, dopo essere stato recuperato e portato alla camera mortuaria di Courmayeur. In alta valle sono arrivati i suoi genitori per il riconoscimento ufficiale, dopo un viaggio straziante iniziato con la telefonata dei finanzieri del Soccorso alpino di Entrèves. Il ragazzo era caduto dalla Cresta del Brouillard, a quota 4.600 metri.

Assieme a lui c’era un compagno, anch’egli comasco, che ha dato immediatamente l’allarme. Secondo la prima ricostruzione, al momento dell’incidente, attorno alle 19.40 di domenica, l’alpinista caduto stava affrontando slegato un tratto della salita. Ricevuto l’sos, la scarsa visibilità ed il vento in quota hanno reso impossibile avvicinarsi all’elicottero del Soccorso Alpino Valdostano, costringendo il superstite – ed un’altra cordata in difficoltà, di tre scalatori novaresi, un centinaio di metri più in basso – a trascorrere la nottata in parete.

Il corpo senza vita è stato recuperato solo attorno alle 6.15 di oggi, perché finendo centinaia di metri più in basso era fuori dalla coltre di nubi. Il maltempo imperversante ha continuato ad impedire, ai soccorritori, di raggiungere gli altri alpinisti da prelevare. Rimasti in costante contatto con la Centrale Unica del Soccorso, i quattro hanno annunciato che avrebbero provato a mettersi in salvo autonomamente, continuando a salire. La Cresta del Brouillard, una “classica” dell’ascensione al “tetto d’Europa” (che si completa in tre giorni e che chiede molte energie), è a un paio d’ore dalla vetta.

Attorno alle 16 di oggi, gli alpinisti hanno fatto sapere di essere riusciti a raggiungere il rifugio del Goûter, a 3.835 metri, sul versante francese della montagna (dopo aver quindi “scollinato” la cima). Là, quando le condizioni lo permetteranno (il cielo permane coperto su tutto il massiccio), verranno recuperati dal Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne di Chamonix. Il compagno di cordata sarà sentito, non appena possibile, dai finanzieri del Sagf di Entrèves, per completare la ricostruzione dell’accaduto.

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