La Corte d’Appello di Torino ci ha messo una toppa. Parliamo della situazione dell’ufficio del Giudice di pace di Aosta, rimasto scoperto lo scorso primo giugno, con la cessazione dell’avvocato Luciano Marocco dal mandato, per il raggiungimento dei limiti di età. Dal 13 giugno e per sei mesi, per un giorno a settimana, uno dei giudici della sede di Ivrea, Giampiero Caliendo, è applicato all’ufficio aostano.
Rientra così, almeno in parte, l’allarme, lanciato all’indomani della decadenza dell’ultimo magistrato in servizio, sul rischio di accumulo dei fascicoli (che attengono le sfere civile, amministrativa e penale, per fatti lievi e di semplice valutazione). Il tema è approdato anche nell’aula del Consiglio Valle, stamattina, con un’interpellanza sui “mali” dell’ufficio aostano, presentata dai consiglieri Morelli e Chatrian, del gruppo “Alpe”.
Rispondendo, il presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha giudicato la la soluzione messa in atto dalla Corte d’Appello di Torino “non soddisfacente, ma la copertura stabile dei posti dipenderà dai tempi di attuazione della legge delega" approvata da poco dal Governo in materia di Giudici di pace, considerando poi che la stessa prevede “una clausola di salvaguardia per la Valle d’Aosta che, tra l’altro, demanda ad apposite norme di attuazione l’armonizzazione della riforma con le nostre peculiarità ordinamentali”.
Al riguardo, ha aggiunto il Presidente, “abbiamo già interessato i parlamentari valdostani affinché seguano puntualmente lo sviluppo dei provvedimenti attuativi della legge delega”. Analoga segnalazione è stata rivolta ai rappresentanti della Regione nella Commissione paritetica, “in vista della definizione di una specifica norma di attuazione, anche per cercare di introdurre una modalità più flessibile di copertura dei posti per magistrati onorari in Valle d’Aosta”.