Dalla Svizzera, passando per la Francia, in viaggio verso Roma, in piena pandemia di Coronavirus. Al volante di un’Audi Q3, un cittadino italiano residente nella Confederazione elvetica, 32enne, con il figlio di 6 anni a bordo. Arrivati al Traforo del Monte Bianco, gli agenti della Polizia di frontiera chiedono il motivo dello spostamento: l’uomo non esibisce alcun documento di identità, né autocertificazione, e dichiara di essere intenzionato ad andare a fare acquisti nella capitale.
A quel punto, i poliziotti (era presente, in ausilio, anche personale del Reparto mobile di Milano), alla luce della mancanza di effettivi motivi di necessità per poter circolare in territorio italiano, invitano l’automobilista a fare rientro alla sua residenza svizzera. Ottenuto in risposta un rifiuto, gli contestano la sanzione amministrativa da 400 euro, prevista dal decreto legge sulle restrizioni degli spostamenti durante l’epidemia di Covid-19.
Durante gli accertamenti, gli agenti hanno anche contattato la moglie dell’automobilista, scoprendo che si era allontanato da alcune ore dal domicilio coniugale con il bambino, facendo perdere le proprie tracce. La donna, proprio in quelle ore, si trovava all’ufficio di Polizia del cantone di Vaud per presentare denuncia di scomparsa. Saputo della presenza dei suoi congiunti agli uffici della frontiera italiana, si è messa in viaggio per raggiungerli.