Si è chiusa in meno di mezz’ora l’udienza preliminare tenutasi nella mattinata di oggi, giovedì 8 novembre, del procedimento nato dall’inchiesta sul Vallo di Courmayeur. I quattro imputati, due dirigenti e due geometri dell’amministrazione regionale, hanno chiesto al Gup Giuseppe Colazingari di essere giudicati con il rito abbreviato. La discussione è stata fissata per giovedì 21 febbraio 2019.
Il pm Carlo Introvigne accusa il commissario delegato per la gestione dell’emergenza legata alla frana del monte La Saxe, Raffaele Rocco, e il dirigente dell’assessorato alle opere pubbliche Valerio Segor, di malversazione a danno dello Stato. Non avrebbero utilizzato tutte le risorse economiche destinate alle opere previste dal progetto, con particolare riferimento alla mancata realizzazione del “by-pass” della Dora di Ferret.
Gli altri due imputati sono i tecnici regionali Furio Saravalle e Ronny Salvato, cui vengono contestati – assieme a Segor – l’abusivo esercizio di una professione, aggravato e continuato. L’addebito è legato all’aver co-firmato, nel 2014, gli elaborati progettuali (tutti e tre), assunto gli incarichi di progettista architettonico (i due geometri) e incarnato la responsabilità di direttore dei lavori (Saravalle), svolgendo surrettiziamente – secondo l’accusa – la professione di ingegnere, per cui è prevista una specifica abilitazione statale.
Infine, il dirigente Segor deve rispondere anche di abuso d’ufficio continuato. Nominando i due progettisti e il direttore dei lavori avrebbe procurato intenzionalmente un “ingiusto vantaggio patrimoniale” ai due tecnici regionali. Le indagini erano scattate, all’inizio del 2017, a seguito di un esposto dell’Ordine degli ingegneri.