Videosorveglianza, gli occhi sui comuni sono quelli della Polizia

Il sistema composto, per ora, da 114 telecamere ad Aosta e da 14 a Fénis, verrà ora monitorato della centrale operativa della Polizia. Il sistema è aperto all’adesione di altri comuni e all’aggiunta di forze dell’ordine.
Uno dei display per il controllo delle telecamere.
Cronaca

I sistemi di videosorveglianza di Aosta, composto da 114 telecamere, e di Fénis, che ne conta al momento 14, sono ora monitorati, in un’unica rete, dalla sala operativa della Questura di Aosta. E’ l’effetto di un accordo tra gli enti, InVa (quale partner tecnico) e l’amministrazione della pubblica sicurezza. Il progetto, che verrà prossimamente esteso ai comuni di Courmayeur, Nus e Saint-Marcel, è stato illustrato oggi, martedì 19 febbraio, nei locali della sala operativa della Polizia, dove arrivano le immagini degli “occhi virtuali” sui vari angoli della Valle.

Per il questore Andrea Spinello, quello tagliato con l’iniziativa è un traguardo importante, giacché la videosorveglianza è uno “strumento significativo per monitorare i movimenti e compiere quelle attività di prevenzione in grado di risolvere tutti i problemi che possono arrecare danno alla città”. Inoltre, rispetto al passato, è la logica a cambiare profondamente: non “abbiamo solo una telecamera, ma la possibilità di seguire uno scenario intero, seguendo eventuali spostamenti di sospetti”.

Per il sindaco di Aosta Fulvio Centoz, l’evoluzione del progetto segna un miglioramento: “a fine 2017, le telecamere messe in rete arrivavano alla centrale della Polizia locale”, ma “non avevamo la possibilità di guardarle per 24 ore e 365 giorni all’anno”. Il presidio della sala operativa di corso Battaglione, raccordo con le Volanti e le pattuglie della Stradale, è invece continuo. Inoltre, “il controllo del territorio non è più attuabile da un unico soggetto, bisogna ragionare in ottica integrata”. Con questo sistema (che copre, ad oggi, prevalentemente il centro), “per offerta e servizi siamo probabilmente un unicum a livello nazionale”.

A Fénis, le telecamere attualmente installate coprono già tutti i punti strategici del territorio, ma – ha annunciato il primo cittadino Mattia Nicoletta – “ne metteremo su ogni punto di conferimento dei rifiuti. La prevenzione va bene, ma abbiamo degli indisciplinati che non hanno ancora capito come si fa la raccolta differenziata”. Il Sindaco ha poi evocato come, all’insediamento dell’amministrazione, “il 70% delle telecamere non funzionava. Dal dialogo con InVa è quindi emersa la possibilità di accodarsi al discorso intrapreso da Aosta” e la prospettiva è di un incremento a venti telecamere entro fine anno.

Nella visione della partecipata regionale per le tecnologie informatiche, rappresentata alla presentazione dal direttore generale Enrico Zanella, la “remotizzazione” delle immagini in questura risponde allo scenario di “una smart region”. Il valore aggiunto del sistema è nella sua apertura all’adesione di altri comuni. “Nel giro di due mesi – ha sottolineato l’ingegnere dell’azienda Daniele Peretto – verrà aggiunta un’altra sessantina di telecamere. L’ipotesi è poi di collegare altre centrali operative, tramite la fibra ottica”.

A margine dell’incontro, oltre ad esprimere soddisfazione per il nuovo strumento a disposizione, il questore Spinello ha comunicato l’assegnazione alla Questura di Aosta, negli scorsi giorni, di tredici nuovi agenti, appena formati ai corsi per allievi. “Stanno facendo esperienza in Volante e in vari uffici – ha affermato – per avere un’idea del tipo di sistemi che abbiamo per produrre sicurezza”. La speranza è tuttavia che apprendano ad ottenere il meglio dalle moderne tecnologie, ma non smettano di fidarsi del primo ingrediente di un buon poliziotto: il fiuto.

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