Bocche cucite dopo che, nella mattinata di oggi, mercoledì 16 aprile, il dirigente scolastico della scuola media “Luigi Barone” di Verrès si è recato negli uffici di Aosta della Polizia postale e delle comunicazioni, in relazione agli episodi di “modifica” dei voti sul registro elettronico che sarebbero stati attuati da alcuni alunni.
La vicenda, a quanto ricostruito inizialmente dal quotidiano La Stampa, è emersa all’inizio di aprile, ma il suo arco temporale complessivo non è ancora del tutto definito. E’ l’apparizione di un 2, ad aver indotto sospetti in un docente, che non assegna normalmente quel voto. Sarebbero almeno quattro le materie per cui sono avvenuti i quaranta accessi fraudolenti al sistema elettronico messi a fuoco sinora.
Ad essere cambiati, non solo (al rialzo, ovviamente) i voti bassi degli alunni di terza media che si sarebbero introdotti nel registro al posto degli insegnanti, ma anche quelli di alcune compagne, dal buon rendimento scolastico e vittime incolpevoli dell’astio (o dell’invidia) dei responsabili del gesto, modificati per dispetto in gravi insufficienze.
Gli accertamenti condotti dalla scuola sono avvenuti anche con l’aiuto dei tecnici della ditta che fornisce il software di registro elettronico, diffuso in tutta Italia. L’ipotesi, ancora però da verificare completamente, è che gli studenti siano riusciti ad ottenere le password approfittando dell’assenza momentanea dei docenti, che lasciavano però il dispositivo elettronico sulla cattedra della classe (collegato alla lavagna luminosa) con l’account attivo.
In quel modo, una schermata con le credenziali d’accesso sarebbe stata fotografata e girata ad altri compagni tramite WhatsApp. Un’altra possibilità è che le password siano state trafugate tout court. Le “trasformazioni” dei voti sarebbero avvenute per lo più in orario pomeridiano, in occasione delle ore di recupero, frequentate da meno studenti delle lezioni mattutine.
E’ così che alcuni “sospettati” sono stati convocati, con l’arrivo delle prime ammissioni. La scuola non ha assunto provvedimenti al momento (sono in calendario consigli di classe, il prossimo 23 aprile) e i voti oggetto di modifica sono stati riportati dai docenti a quelli originari.
Le verifiche della Polizia postale, che dovrà relazionare in merito all’autorità giudiziaria, sono mirate, tra l’altro, a capire se nelle violazioni siano coinvolti solo studenti con meno di 13 anni (che sono, per legge, non imputabili), o anche più grandi (in quel caso, potrebbero essere chiamati a risponderne).
Altri profili della vicenda, riguardano l’analisi delle procedure interne di sicurezza informatica, con particolare riferimento che le stesse siano state seguite correttamente dagli insegnanti, ed il fatto che il registro elettronico contenga dati sensibili (relativi, ad esempio, ad eventuali disturbi dell’apprendimento, o simili, di studenti della scuola).
6 risposte
Quanto rumore per una bravata goliardica…
Più che bravata sia chiama accesso abusivo a un sistema informatico e falsificazione di atti pubblici (il registro elettronico è un atto pubblico). E va bene che i ragazzi sono minori di 14 anni, se no andavano al processo: rischiano invece i genitori se parte la denuncia della scuola. E per il reato di accesso abusivo ad un sistema informatico la scuola ha 3 mesi di tempo per sporgere denuncia, e il Regolamento GDPR prevede sanzioni amministrative fino a 10 milioni di euro per violazioni legate alla sicurezza dei dati. Tanto la denuncia la rischiano anche i docenti a cui hanno rubato le password: omessa custodia di dati sensibili, omessa sorveglianza degli studenti, violazione delle norme di sicurezza informatica. Quando la gogliardia sfocia è perseguibile dal codice penale e/o del codice civile non lo è più: è totale idiozia detta da ignoranza e sottovalutazione delle conseguenze.
euh… la madonna…
A me sembra che mettere i 2 alle compagne studiose sia un comportamento da perfetti str… altro che creatività. Questi ragazzi potrebbero convogliare la loro esuberanza nello studio, ad esempio.
Disubbidire è il presupposto fondamentale per essere creativi. Chiunque abbia creato qualcosa di positivo nel mondo, sin dalla scoperta del fuoco, ha disubbidito allo status quo precedente. Questo atteggiamento può portare a commettere errori.
Spero che gli insegnanti di questi ragazzi resistano alla tentazione di punirli e si adoperino, invece, per persuaderli a essere disubbidienti e creativi nell’affrontare i problemi attuali, quelli che noi adulti abbiamo finora fallito nel risolvere.
Saranno non imputabili i ragazzi di 13 anni, ma per il codice penale sono imputati i loro genitori: ogni illecito fatto da minori di 14 anni, loro non si toccano, ma le famiglie sì.
Ma immagino già che non partirà nessuna denuncia: perché se parte, oltre alle famiglie finiscono in mezzo anche i docenti per omessa custudia delle loro credenziali di accesso al registro (oltre l’omessa custodia della classe mi sa).