AIACE Vda, premiate due classi del laboratorio di scrittura critica cinematografica

E' stata scelta una recensione vincitrice per classe: entrambe hanno vinto lo stesso premio (un abbonamento annuale alla piattaforma MUBI).
La docente del laboratorio, Nora Demarchi
Cultura

Si è conclusa ieri, domenica 23 maggio, con il video di restituzione del laboratorio di scrittura critica cinematografica, rivolto ad alcune classi dell’ITPR Corrado Gex di Aosta e tenuto da Nora Demarchi, la tre giorni di cinema organizzata dalla neonata associazione Aiace Vda in collaborazione con la Cittadella dei Giovani di Aosta ed il Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta.

Tre giornate di cinema che hanno coinciso con tre temi, affrontati con creatività e profondità: l’attenzione ai temi sociali d’attualità con un focus sulle professioniste expat del settore cinematografico, la passione per il genere cinematografico del fantastico e, infine, quella per il linguaggio dell’animazione.

Il laboratorio di scrittura critica cinematografica si è svolto a aprile con la partecipazione di alcune classi dell’ITPR Corrado Gex di Aosta: gli alunni hanno avuto l’opportunità di guardare ed analizzare i cortometraggi delle proiezioni serali, nonché acquisire competenze di scrittura di testi di critica cinematografica. Alla fine, è stata scelta una recensione vincitrice per classe: entrambe hanno vinto lo stesso premio (un abbonamento annuale alla piattaforma MUBI),

In Full Bloom IFBSTILLS
In Full Bloom

RECENSIONE VINCITRICE DELLA CLASSE 2A ITT

Scritta da: Alessia Ricci, Christel Treves e Virginia Cena

Titolo Originale:  IN FULL BLOOM

Prima data di uscita: 5 luglio 2019 (Los Angeles)

Durata : 11 minuti

Regista: Maegan Houang

Lingua: Inglese

Cinematografia: Christopher Ripley

Sceneggiatura: Maegan Houang

Cast: Kieu Chinh nel ruolo di Cecile

Produttori: Vanessa Elliott, John J. Lozada

 

TRAMA 

Full Bloom racconta la storia di una vecchia donna vietnamita di nome Cecile che  vive nel suo appartamento e che per colmare il vuoto causato da un dolore continuo si confronta con le reliquie del suo passato. La vita dell’anziana, che data la grande quantità di oggetti che tiene con sé si può definire un’accumulatrice seriale, viene sconvolta quando alcuni lombrichi comprati per concimare le sue innumerevoli piante creano un buco nero nella sua casa e minacciano di portarle via tutti i suoi averi più cari, facendole emergere la paura di restare senza nulla.

Le opzioni sono due: scappare e affrontare il mondo oppure…

 

RECENSIONE 

La storia di Cecile, che potrebbe sembrare insignificante, è in realtà il tentativo di rappresentare un aspetto molto potente della vita umana ovvero il dolore. Questo grande sentimento ha infatti la capacità di risucchiare qualsiasi altra sensazione, proprio come un buco nero. Una particolare caratteristica di questo cortometraggio è che l’unico suono che sentiamo è quello della musica che ci aiuta a dare un’interpretazione a quello che stiamo vedendo. Crediamo che dietro alla scelta di fare un film muto ci sia la volontà di omaggiare un modo di fare cinema che oggi sembra impensabile: non solo una distanza tecnica e cronologica incolmabile, ma anche una forma a cui oggi come spettatori non siamo più abituati.

snapshots
Snapshots

RECENSIONE VINCITRICE DELLA CLASSE 3D ITT

Recensione scritta da: Michela Gragnano, Adelaide Xeka, Gaia Martina, Stefania Seminara, Jennifer Lame

Titolo: Snapshots

Anno di pubblicazione: 2019

Regista: Phoebe Barran e Lliana Bird

Produzione: Jackie Green e Nan Davis

Cast: Paul Kaye, Mark Benton, Kellie Shirley e Jake Mann

Trama: il cortometraggio Snapshots racconta le storie di quattro persone attraverso l’obbiettivo di una macchina fotografica, rivelando il lato oscuro che si cela dietro le apparenze. Sebbene le tre vicende esposte riportino circostanze e motivazioni differenti, sono tutte caratterizzate dalla necessità di raccontare le loro disperazioni attraverso la cabina fotografica.

In questo mini-film trapela un tema molto importante, una sorta di critica alla società odierna, ovvero la conformazione ai canoni prefissati.

Osservazioni tecniche: il filmato presenta un’unica inquadratura, ovvero quella della cabina fotografica, in cui si susseguono i personaggi.

Ciò che colpisce molto lo spettatore sono sicuramente i costumi indossati dagli attori. Per esempio, nella prima scena, vediamo presentarsi un uomo travestito da donna costretto a cambiarsi e ad indossare abiti che rispecchiano il suo genere biologico per farsi la foto. Così fa anche l’ultimo personaggio, il quale si presenta vestito da cantoniere e, come il primo, si cambia per apparire al meglio. Questo cambiamento di abiti è stato ideato per evidenziare il peso che l’apparenza ha nella nostra società, impedendo ad ognuno di essere o mostrarsi per ciò che è realmente.

Osservazioni personali: il tema affrontato, quello di non avere il coraggio di mostrarsi per quello che realmente si è, è sicuramente un tabù ancora presente nella nostra società, poco discusso e spesso ignorato. L’obiettivo del cortometraggio è quello di scoprire l’altra faccia della medaglia, facendo vedere a tutti che molte persone sono costrette a celare il loro essere e conformarsi al resto del mondo.

La sua visione è destinata ad un pubblico di ragazzi e adulti, al fine di aprire gli occhi a tutti su un aspetto di cui non si parla ancora abbastanza.

Giudizio personale: ★★★★☆

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