Una mostra, dal titolo “Allez voir là-haut. Témoignages 1943-1945 en Vallée d’Aoste”, per celebrare il valore della memoria, della comunità e della storia collettiva. Un viaggio in ventidue tappe che conducono l’osservatore da un paese all’altro della Valle d’Aosta, dove le comunità locali nel secondo dopoguerra si riunivano per celebrare i primi anniversari della Liberazione, per inaugurare i monumenti dedicati alla Resistenza e per commemorare le loro vittime.
La mostra inaugurata ieri, venerdì 8 novembre, alla chiesa di San Lorenzo di Aosta raccoglie fotografie selezionate nel fondo Octave Bérard, conservato al BREL, e realizzate in Valle d’Aosta tra il 1945 e il 1967. A illustrarne il progetto è stata Daria Jorioz, dirigente della Struttura Attività espositive e promozione identità culturale. “Gli archivi storici pubblici e privati hanno un ruolo fondamentale nella trasmissione della nostra memoria individuale e collettiva. Il titolo della mostra è desunto da una testimonianza orale e vuole dare avvio a un’iniziativa che si inserisce nell’ambito delle celebrazioni per l’Ottantesimo anniversario della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia”.
Jorioz si è soffermata in particolare sulla quarta sezione della mostra, che include la foto scelta come copertina del progetto. “Il quarto pannello è dedicato all’esumazione della salma del partigiano Émile Lexert ‘Milò’. Nel secondo dopoguerra il colonnello Bérard è stato uno dei più importanti fotogiornalisti valdostani e ha compreso l’importanza della fotografia come fonte di documentazione. Le sue foto normalmente hanno un taglio giornalistico, ma alcune hanno un taglio che definirei umanistico. Ne è un esempio quella scelta come immagine di comunicazione per questa mostra, che, come Cartier-Bresson diceva a proposito delle grandi fotografie, allinea occhio, cuore e mente”.
A prendere la parola è stata quindi Tulipe Trapani, che insieme a Daria Jorioz cura la Struttura Attività espositive e promozione identità culturale. Trapani, esprimendosi in francese, ha ricordato i due obiettivi della mostra: “Ricordare cosa è successo, ovvero le rappresaglie naziste e la lotta partigiana, e mostrare come le comunità locali hanno messo in scena il ricordo di questi fatti”.
Trapani ha anche ricordato che ogni pannello esposto si compone di due elementi: “Le foto in bianco e nero, che ci permettono di osservare i nostri antenati e di commuoverci con loro, e gli audio, che sono accessibili con la scansione del qr code. Sono state trascritte e tradotte testimonianze in patois che ci fanno tornare sui fatti e comprendere quello che ne hanno ricordato i sopravvissuti. Noi vivi infatti abbiamo ancora oggi bisogno di sapere e di far sì che l’engagement di chi ci ha preceduto diventi tradizione”.
A portare i saluti dell’Assessorato Beni e attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali è stato l’Assessore Jean-Pierre Guichardaz. “Ringrazio i partecipanti per la loro presenza, perché ci aiutano a dare un senso a quello che c’è qui: se non c’è nessuno che tramanda gli eventi allora non esistono”. Guichardaz ha sottolineato il carattere inconsueto e inedito di questo progetto. “Avremmo potuto fare una mostra che ricordasse i morti e facesse vedere direttamente i protagonisti di quegli anni. Si è voluto invece rappresentare chi restava solo a seguito di quegli eventi drammatici: madri, figli e persone che ci ricordano il dolore e la fiera disperazione di chi rimane”.
L’auspicio dell’Assessore, così come quello di Jorioz, è che la mostra possa accogliere anche le scuole, per portare avanti il messaggio di cui si fa carico. “Spero che possa essere visitata da quanti ritengono che la memoria possa essere un antidoto nei confronti di eventi che pensavamo fossero alla porta. Purtroppo oggi vediamo che stiamo andando verso conflitti sempre più cruenti: noi, nel nostro piccolo, speriamo di piantare un primo seme che possa convincere che la pace sia meglio della guerra”.
Jorioz ha quindi concluso la presentazione sottolineando l’importanza del lavoro di archiviazione, che mette a disposizione di studiosi e cittadini documenti importanti, e ricordando che la mostra è corredata da un catalogo bilingue riccamente illustrato, edito dalla Tipografia Duc e in vendita al prezzo di 18 euro.