Ha iniziato a cantare da ragazzina, poi forte di un brano di quelli che solo a Vasco Rossi e Gaetano Curreri possono riuscire è andata a Sanremo nel 2000. Il secondo posto al Festival, ma soprattutto aver scalato la vetta delle classifiche radiofoniche, l’hanno resa una ragazza per sempre. E la sensazione, visto lo show di Irene Grandi approdato venerdì scorso, 4 aprile, allo Splendor per la Saison Culturelle (ultima data della parentesi teatrale del tour “Fiera di me” iniziata in novembre), è proprio che l’energia della gioventù sia un bagaglio di cui la cantautrice fiorentina non ha nessuna intenzione di liberarsi.
Peraltro, è in tour da 30 anni, come lei stessa ha sottolineato orgogliosamente dopo il primo brano, non a caso “Prima di partire per un lungo viaggio”. Così, le quasi due ore di concerto, in un teatro gremito di pubblico, diventano una festa, che ripercorre una carriera fatta di incontri e dell’esplorazione di una varietà di generi. Tra i primi, quello con “qualcuno che mi ha insegnato molto”, Pino Daniele, sfociato nella delicata “Se Mi Vuoi”, che ha brillato sul palco dello Splendor per intensità della performance. Tutt’attorno, vari cambi d’abito (con prevalenza della variante “rock girl”, in anfibi e gonna corta) e successi che dalle prime note fanno venire voglia di cantarli tanto li hai sentiti alla radio.
“Dolcissimo amore”, “In vacanza da una vita”, “Bruci la città”, “La tua ragazza sempre” e “Bum Bum” (eseguita tra i bis) ricordano infatti che in quegli anni pre-streaming l’airpla era il viatico al successo di un artista. Brani che, inoltre, svelano la poliedricità della voce di Irene Grandi, adatta alle atmosfere più tirate, ma anche a quelle melodiche (perché, in fondo, siamo in Italia!). Il tutto, senza lesinare uno sguardo alla complessità dell’essere umano (con una lunga riflessione sulle sue contraddizioni, prima di “Il gatto e il topo”) e a una dimensione maggiormente profonda (testimoniata, tra l’altro, da un parlato di Tiziano Terzani, prima di un medley da “Per colpa del lupo” a “Otto e mezzo”, passato per “Fuori”, “Buon compleanno” e “Un bagno in mare”.
Chi volesse sostenere che la cantante stia capitalizzando un patrimonio di hits, portando in giro una sorta di enorme juke-box (auto)celebrativo, rafforzato dalla band vigorosa (in cui spiccano il basso di Piero Spitilli, la chitarra di Max Frignani e i vocalsi di Chicca Nesti), comunque sbaglia. In scaletta trovano infatti posto anche i due singoli usciti nel 2024, “Fiera di me” e “Universo”, che non sfigurano accanto al resto. Tra pochi giorni (l’11 aprile) arriverà poi “Favole”, l’ennesimo apripista di un prossimo album di inediti, perché puoi essere una ragazza in vacanza da una vita, ma se il tuo mestiere è seguire il tuo cuore e arrivare alle stelle, per regalare emozioni (ad Aosta l’ha fatto anche scendendo dal palco e cantando tra gli spettatori delle prime file), quello continuerai a fare. E sarebbe spiacevole (oltre ad essere una perdita collettiva) il contrario.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.
-
Il concerto di Irene Grandi allo Splendor di Aosta.