Giuseppe Bertuna, meglio conosciuto come Pino America, è personaggio noto ad Aosta e non solo. In diverse occasioni Pino è finito in tv, dal Maurizio Costanzo Show di anni fa ad alcune produzioni che lo hanno visto protagonista. Una nuova occasione ora permette al pubblico di approfondire nuovi lati della vita di Pino America. S’intitola infatti “America” il nuovo film del regista Alessandro Stevanon la cui produzione del terminerà nel prossimo autunno. Un titolo che porterebbe lontano se non presentasse la storia vera di Giuseppe Bertuna. Negli anni ’50 la famiglia di Giuseppe parte dalla Sicilia: il padre, maresciallo delle Guardie Carcerarie, era stato trasferito ad Aosta, piccola cittadina ai piedi delle alpi.
Giuseppe è poco più che neonato e passa la sua infanzia fra le mura di un penitenziario per poi trasferirsi con la famiglia nelle case popolari alla periferia della città. E’ un ragazzo inquieto e sensibile, ribelle e sognatore e nel ’73 parte per gli Stati Uniti. Ritorna dopo tre anni e del sogno americano non gli resta che il soprannome affibbiatogli dagli amici del bar: Pino America. Da più di trent’anni si prende cura degli “ex ammalati” in qualità di primario del reparto eternità. Uno spirito anarchico a cui la vita ha tarpato le ali, ma che, grazie a i suoi sogni di bambino, continua a volare, mischiando maschera e volto, saggezza, arte e follia.
La strada sappiamo che è il suo palcoscenico, la vita il suo copione “la vita del “primario del reparto eternità” – si legge nella nota di presentazione del film autoprodotto – come ama definirsi, raccontata sottovoce in un cortometraggio garbato e dissacrante, drammatico e surreale. Una storia racchiusa in un “corto” per scelta tecnica, ma soprattutto stilistica in quanto metafora della vita stessa: breve e intensa, ma anche imprevedibile e improvvisa, come la morte. Quella vita che Pino America provoca con corna da vichingo e turpiloqui erotici. Quella morte che gli permette di tirare a campare e, con grande umanità, restituire dignità terrena a chi non lo racconterà mai”.
Il cortometraggio è stato prodotto dallo stesso Stevanon con il sostegno della Film Commission Vallée d’Aoste e con la collaborazione di Nikon. Nella troupe, alcune giovani professionalità valdostane, tra cui: Raffaele D’Anello (Meat Beat Studio), Samuel Giudice e Fabrizio Falcomatà (Stopdown Studio), e la truccatrice Sara Franchina. Il montaggio è stato curato da Fabio Bianchini Pepegna, la fotografia è di Damiano Andreotti e la color correction di Orash Rahnema.
Per approfondimenti
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www.alessandrostevanon.com