Approvati cinque interventi di restauro per i beni ecclesiastici

Gli interventi saranno realizzati a Roisan, Saint-Rhémy-en-Bosses, due a Verrayes a Courmayeur. I lavori, spiegano dall'Assessorato, hanno lo scopo di "salvaguardare e mantenere lo straordinario patrimonio religioso".
La chiesa parrocchiale di San Remigio di Saint-Rhémy-en-Bosses
Cultura

Cinque interventi di restauro, per “la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche”.

L’Accordo con la Regione – la Commissione per l’esame dei progetti si è riunita lo scorso venerdì 22 novembre al Vescovado di Aosta – accoglie le proposte presentate dall’Ufficio beni culturali e edilizia di culto della Diocesi per conto delle parrocchie proprietarie dei beni oggetto degli interventi.

Gli interventi

La riunione della Commissione della Regione e della Diocesi per i restauri ai beni ecclesiastici
La riunione della Commissione della Regione e della Diocesi per i restauri ai beni ecclesiastici

Nel dettaglio, si tratta del restauro e risanamento conservativo della cappella di San Michele arcangelo di Rhins a Roisan; il restauro della cappella a sinistra del coro, quello del crocifisso d’arco trionfale in legno policromo del XIV secolo e di due statue – anch’esse lignee risalenti al XVIII secolo e raffiguranti i santi Remigio e Bernardo – della chiesa parrocchiale di San Remigio di Saint-Rhémy-en-Bosses; il restauro della facciata e del campanile della cappella di San Germano di Grand Villa a Verrayes; il restauro della facciata della cappella di Sant’Anna di La Saxe di Courmayeur ed il restauro delle decorazioni pittoriche della facciata della cappella di San Germano di Grand Villa a Verrayes.

Tutti i lavori – si legge in una nota dall’Assessorato ai Beni e Attività culturali – “sono stati approvati nel comune intento, perseguito dalla Diocesi e dalla Regione, di salvaguardare e mantenere lo straordinario patrimonio religioso che connota l’intero territorio valdostano, che ne completa l’intrinseca bellezza e che rappresenta una ricchezza per l’intera comunità”.

“La collaborazione tra Regione e Diocesi vuole restituire alle comunità locali, anche quelle più piccole dei villaggi, edifici e opere d’arte nelle quali intere generazioni si sono identificate e si identificano dal punto di vista religioso e culturale – spiega il vescovo di Aosta Franco Lovignana –. Si tratta di un’operazione che ha anche un valore pedagogico perché vuole restituire, con il bene, la consapevolezza che esso appartiene alla comunità e il necessario protagonismo della stessa nel custodire e nel valorizzare quanto ricevuto dai padri. Siamo grati a tutti coloro che operano, in Diocesi e in Regione, in questo ambito delicato e importante”.

“I beni culturali di proprietà della Diocesi valdostana rivestono un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo culturale e sociale della nostra regione, in quanto espressione di valori specifici della nostra stessa comunità oltre che tasselli imprescindibili per comprendere le origini della nostra storia – dice invece – afferma l’assessore Jean-Pierre Guichardaz –. Tutelando e conservando i beni culturali di interesse religioso è quindi possibile attuare, seppure indirettamente, quella necessaria forma di tutela e conservazione della nostra identità territoriale. Un costante e sempre arricchente confronto tra gli organi della Regione e quelli della Diocesi, finalizzato al restauro di beni architettonici e artistici appartenenti alle parrocchie valdostane, garantisce non solo la possibilità di conoscere meglio e apprezzare questo ricco patrimonio ma soprattutto di valorizzarlo per trasmetterlo alle future generazioni come prezioso bene comune”.

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