Cani, vampiri, topi e imperatori: il bestiario politico di Forattini in mostra al castello di Ussel

Inaugurata la mostra Satira in Gloria, con cui il vignettista racconta senza peli sulla lingua quarant’anni di vita politica e sociale italiana. L’allestimento è arricchito da sagome, allestimenti, gigantografie e apparecchiature multimediali.
La mostra al Castello di Ussel di Giorgio Forattini
Cultura

Berlusconi è Napoleone, Prodi è un monsignore di campagna, Andreotti è Dracula, Bossi è un cane, Buttiglione è un gorilla, D’Alema è una specie di Hitler in divisa da comunista, e l’Italia intera è una colossale pizza fumante, pronta per essere divorata. Benvenuti nell’universo fantasioso e irriverente di Giorgio Forattini, dove il potere assume mille forme e si incarna in mille volti, cupi nella sconfitta, trionfanti nella vittoria, ma molto più spesso semplicemente ridicoli. La penna del vignettista più noto d’Italia li ha immortalati tutti, consegnandoli per sempre alla memoria collettiva del Paese. Una selezione molto interessante delle sue opere è attualmente esposta all’interno del castello di Ussel, la fortezza arroccata sopra l’abitato di Chatillon. Per l’occasione il disegnatore ha reso omaggio anche alla Valle d’Aosta, conquistata da un Forattini vestito da imperatore romano, che si diverte a reinterpretare liberamente lo stemma rossonero della Regione.

Non si tratta semplicemente di una serie di disegni appesi alle pareti, apprezzabile ma scontata. Le vignette satiriche sono presentate attraverso stampe, gigantografie, sagome ritagliate, sculture e modelli in legno, metallo, carta, gesso, resina, tela, cartone, e varie installazioni multimediali. Inoltre sono stati messi a disposizione del pubblico degli I-Pod, contenenti video, interviste e interventi. L’allestimento scenografico, di forte impatto, è stato concepito in modo da colpire l’immaginazione dello spettatore, coinvolgendolo in un viaggio che attraversa sette legislature, e vari decenni di politica e costume italiani.

Ogni evento storico e politico è stato da lui fagocitato, digerito, elaborato e infine restituito sotto forma di sberleffo, caricatura, metafora grafica. Non si salva nessuno, non c’è immunità diplomatica o parlamentare che tenga, ed è inutile sperare in un condono, una grazia o un decreto interpretativo: nessun ombrello può riparare la classe politica dagli strali della satira. “Il potere va colpito sempre, chiunque lo incarni” ha dichiarato lo stesso Forattini al pubblico, intervenendo all’inaugurazione della mostra.  “Non sono né di destra né di sinistra, ma sono un liberale, satireggio su tutto e tutti, ed è per questo che nessuno mi vuole più sui giornali” ha aggiunto, dopo avere ricordato brevemente il proprio percorso professionale, politicamente trasversale. Forattini, infatti, dopo avere esordito su Paese Sera, ha pubblicato vignette su Panorama, La Repubblica, La Stampa e Il Giornale.

Spesso i suoi lavori hanno provocato dissensi e malumori, come quando disegnò un carro armato israeliano con il cannone puntato contro un Gesù bambino atterrito, o Bush che accusava la statua della libertà, con un Obama infante in braccio, di averlo tradito con un “maggiordomo negro”. Da anni i suoi disegni trovano sempre meno spazio sui quotidiani e sui settimanali nazionali. In compenso vengono pubblicati a parte, in apposite raccolte monografiche, che ottengono un innegabile successo editoriale. In quarant’anni di carriera Forattini è incappato in numerose querele, soprattutto da parte di esponenti della politica, ma ha ricevuto altrettanti omaggi, premi e riconoscimenti. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il “Donneur d’humour”, il campanaccio che il comune di La Magdeleine consegna, da cinque anni a questa parte, agli autori, gli editori e i giornalisti che si occupano di grafica umoristica. Questa la motivazione: “Per avere, con le sue vignette, stimolato il cambiamento dalle prime pagine dei giornali”.

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