‘Chateaux ouverts’: in tre giorni 1500 visitatori al Castello di Quart

Viaggio all'interno dei restauri del complesso monumentale di Quart. La prima tappa dell'iniziativa che riconsegna al pubblico il patrimonio monumentale e culturale valdostano meno conosciuto, chiude con successo e consegna il testimone ad Aymavilles.
Castello di Quart - Chateaux ouverts
Cultura
Il complesso monumentale di Quart, prima tappa del percorso “Chateaux ouverts”, iniziativa dell'Assessorato regionale alla Cultura, ha nuovamente aperto al pubblico per tre giorni, dal 25 al 27 agosto, dando l’opportunità ai circa 1500 visitatori che si sono alternati durante le visite guidate di conoscere lo stato dei lavori, la storia, l’evoluzione e il futuro del Castello. L’indagine archeologica, il restauro delle pitture murali e la cappella rappresentano i tre cantieri di visita. Certo ci vorranno anni prima di vedere l’opera ultimata ma la cappella del Castello, il cui restauro conservativo è al 90%, fornisce una prima idea sull’aspetto finale che avrà il complesso monumentale. La cappella, edificata nel 1200, si presenta oggi al visitatore così come era nel 1600, con decorazioni in stucco che giocano sui toni del bianco.
Il complesso, infatti, è il risultato di un’evoluzione iniziata nel 1100 – con una struttura semplice costituita da due muri di cinta, il donjon (la torre più alta del castello) e una primitiva cappella – e terminata, con l’aggiunta di diversi edifici, fino ad arrivare al1 700. Con la storia del castello si ripercorre anche la storia valdostana. L’evoluzione della struttura testimonia, infatti, i cambiamenti politici e sociali del territorio. Così il castello abbandona la sua iniziale funzione difensiva e si adegua alle necessità dei Signori di Porta Sancti Ursi, che qui si insediano abbandonando Aosta, diventando così i Signori di Quart. Il complesso fu abitato fino alla metà del ‘900, per cui gli interni presentano elementi moderni che complicano gli interventi di restauro: le strutture si sovrappongono e incrociano, rendendo difficile l’orientamento.

All’interno del “donjon” gli interventi di restauro procedono spediti. Le impalcature coprono parte degli affreschi del 1200 che man mano vengono riportati alla luce e puliti. Un procedimento delicato che utilizza il laser. I temi pittorici che si ritrovano all’interno della struttura riguardano i 12 mesi dell’anno, rappresentati dai lavori agricoli, Sansone che sconfigge il leone, ma quello che desta maggiore interesse è l’affresco che ripercorre alcune scene tratte dalla vita di Alessandro Magno, tra cui il viaggio in India e la leggenda dell’incontro con l’albero parlante. Il progetto di restauro del donjon, alla luce degli studi di fattibilità e ricerche, andrà in appalto nei prossimi giorni.
La prossima tappa di “Chateaux ouverts” sarà in autunno al Castello di Aymavilles.

Guarda la galleria fotografica della visita qui a fianco.

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